Il dietrofront dell’Ue su una proposta di legge che voleva introdurre limiti al packaging e al marketing di "latte" e formaggi vegetali
Il dietrofront dell’Unione europea su una proposta di legge che voleva introdurre limitazioni al packaging e al marketing di “latte” e formaggi vegetali
Nessuna censura in etichetta per le bevande vegetali: l’Europa fa retromarcia sul suo tentativo di implementare restrizioni sull’etichettatura, sul packaging e sulle modalità di marketing dei prodotti lattiero-caseari a base vegetale. La norma era inserita nella nuova Politica agricola comunitaria (PAC) e ora gli eurodeputati hanno accettato di eliminare il già discusso emendamento 171, attraverso il quale era stata avviata una manovra di censura delle alternative vegetali a latte, yogurt e formaggi.
Humane Society International/Europe, Essere Animali e Compassion in World Farming Italia Onlus, insieme alla European Alliance for Plant-based Foods (EAPF), si erano rivolte in una lettera alla Commissione Europea e agli Stati Membri nel Consiglio dell’UE per fermare la proposta.
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È la decisione giusta verso una transizione alimentare in linea con gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal europeo e della Strategia Farm to Fork. In quest’ultima, infatti, la Commissione Europea riconosce la necessità di passare a una dieta maggiormente a base vegetale ed esprime il suo desiderio di responsabilizzare i consumatori e rendere più facile scegliere diete sane e sostenibili. Incoraggiare una più ampia diffusione della dieta a base vegetale è un mezzo chiave per ridurre le emissioni di gas serra, l’uso di terreni e risorse idriche, oltre che per prevenire il declino della biodiversità globale e le molte pratiche d’allevamento in contrasto con il benessere animale. Siamo soddisfatti che, nonostante le forti pressioni dell’industria, il Parlamento Europeo abbia deciso di ritirare l’emendamento 171.
affermano i firmatari Martina Pluda (HSI/Europe – Italia), Claudio Pomo (Essere Animali) e Annamaria Pisapia (CIWF Italia Onlus).
Gli emendamenti 171 e 72 avrebbero mirato ad estendere drasticamente le restrizioni già esistenti sulle denominazioni di latticini, introducendo nuovi divieti contro qualsiasi “uso diretto o indiretto” o “evocazione” di questi termini. In particolare prevedevano il divieto di:
- uso di parole come “cremoso” o “burroso” per informare il consumatore sulla consistenza e il sapore di un alimento a base vegetale
- uso di confezioni per alimenti a base vegetale simili nello stile (forma e colore) a quelli impiegati per i prodotti lattiero-caseari
- uso di immagini come quelle che ritraggono una bevanda bianca a base vegetale che viene versata in un bicchiere
- uso di diciture come “alternativa senza lattosio”
- uso di etichette che riportano informazioni riguardo l’impatto climatico degli alimenti, ad esempio includendo un confronto tra i prodotti a base vegetale e quelli lattiero-caseari per quanto riguarda la loro impronta di carbonio.
Questo avrebbe significato per i produttori dover rivedere anche le linee di produzione.
BREAKING: The EU has just dropped plans that could have prevented plant-based dairy makers from:🧀 displaying allergen…
Posted by The Good Food Institute on Tuesday, May 25, 2021
Con il dietrofront dell’Ue, queste proposte sono state accantonate. Rimangono però in vigore in vigore le attuali protezioni per i termini lattiero-caseari che già da qualche anno non premettevano l’uso di parole come “latte”, “yogurt” o “formaggio” per indicare le alternative vegetali.
Fonte: CIWF Italia
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