Il succo d'agave è davvero un prodotto naturale e meno dannoso dello zucchero? A giudicare dalle modalità di produzione e dalla quantità di fruttosio contenuto sembrerebbe di no...
Ormai sappiamo che sarebbe meglio consumare zucchero il meno possibile, l’Olanda addirittura sta pensando di tassarlo dato che questa sostanza è accusata di creare dipendenza al pari di una vera e propria droga. Ecco allora che chi ha a cuore la propria salute si avvicina fiducioso alle alternative naturali: stevia, succo d’acero, malto di riso o orzo, miele, ecc. Tra queste c’è anche lo sciroppo d’agave accusato però ultimamente di non essere davvero naturale, vediamo perché…
Il succo d’agave, utilizzato fin dall’epoca azteca, è uno sciroppo dolce che viene estratto da una pianta grassa tipica del Messico, l’Agave Tequiliana Weber. Ad essere messo in discussione è il metodo industriale con il quale oggi viene prodotto e l’eccessiva quantità di fruttosio concentrato presente all’interno di questo sciroppo ormai diffusissimo nei negozi di alimentazione naturale.
Il succo ottenuto dall’amido della radice del bulbo di agave sarebbe infatti sottoposto a processi chimici per fare in modo che il prodotto possa essere utilizzato come dolcificante e conservato a lungo. Questi processi cambiano drasticamente gli zuccheri naturalmente presenti nella pianta, trasformandoli e concentrandoli. Il che non può essere certo considerato naturale né tantomeno benefico e salutare.
Altro particolare da non sottovalutare è il fatto che, per realizzare lo sciroppo, si utilizzano alte temperature e questo fa sì che tutti i sali minerali e le vitamine presenti nella pianta vadano distrutte, creando quindi un prodotto finale privo di nutrienti.
Secondo il parere del dottor Ingrid Kohlstadt, medico della American College of Nutrition questo dolcificante “è quasi tutto fruttosio, zucchero altamente trasformato”. Aggiunge il dottor Mercola: “La maggior parte degli sciroppi d’agave hanno un maggior contenuto di fruttosio di qualsiasi dolcificante commerciale – dal 70 al 97 per cento a seconda della marca, percentuale che è di gran lunga superiore a quella dello sciroppo di fruttosio stesso, che in media è al 55%”. Come ormai è noto, ingerire alte quantità di fruttosio concentrato (molto diverso da quello contenuto naturalmente nella frutta che il nostro corpo è in grado di assimilare e utilizzare al meglio) può provocare a lungo andare diabete, malattie cardiache, aumento del colesterolo e affaticamento del fegato.
Ma non finisce qui… questo sciroppo non avrebbe neppure il vantaggio di avere poche calorie dato che sono 16 per ogni cucchiaino, praticamente le stesse del comune zucchero.
Conclusione? Nel dubbio è meglio evitarlo, visto anche il prezzo e dato che possiamo scegliere tra altri dolcificanti più naturali oppure concederci direttamente (ma con moderazione) un po’ di zucchero integrale di canna.
Francesca Biagioli
LEGGI ANCHE:
– Dolcificanti naturali: 10 valide alternative allo zucchero bianco
– I dolcificanti artificiali sono nocivi come lo zucchero bianco
– Stevia: coltivare e produrre il proprio dolcificante naturale