Sprechi alimentari: il Covid li fa diminuire, ma ancora troppe tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura

Ai tempi del Covid cala lo spreco alimentare in Italia. Rispetto al 2019 lo scorso anno si è registrata una riduzione del fenomeno pari al 12%. Ma resta ancora troppo il cibo che finisce nella spazzatura.

Durante il lockdown gli italiani hanno imparato a sprecare meno cibo. È quanto emerge dai dati contenuti nel report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, pubblicato in vista dell’ottava giornata Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare che si svolge il 5 febbraio. La riduzione di questo fenomeno è sicuramente una notizia positiva, ma in Italia ancora troppe tonnellate di alimenti finiscono nella spazzatura. Nel 2020 gli italiani hanno gettato 5,2 milioni di tonnellate di cibo per un valore di circa 9,7 miliardi di euro.

222.125 tonnellate di cibo “salvato” rispetto al 2019

Gli effetti della pandemia si sono fatti sentire anche sui comportamenti legati allo spreco di cibo. Il nuovo stile di vita imposto dal lockdown e dalle misure anti-Covid hanno portato gli italiani a mostrare una maggiore consapevolezza e attenzione nei confronti degli alimenti, provocando una riduzione del food waste. Rispetto al 2019 lo scorso anno si è registrato un calo dello spreco alimentare pari al 12%. Nel 2020 ogni italiano ha sprecato in media 27 chili di cibo, 529 grammi a settimana. Ciò equivale a 222.125 tonnellate di cibo “salvato” e un risparmio di 6 euro pro capite, ovvero 376 milioni di euro a livello nazionale in un intero anno.

“In casa e in cucina, reduci dai mesi di lockdown e distanziamento, gli italiani lanciano un’Opa sul loro futuro – spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero e della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare − la tendenza a una netta diminuzione dello spreco alimentare domestico, che a livello nazionale e globale gioca la parte del leone con un’incidenza del 60/70 per cento sullo spreco di filiera, si conferma saldamente in questo primo scorcio del 2021”.

La mappa dello spreco nella penisola mostra che sprechiamo di più nelle regioni del Sud, dove si getta il 15% in più di cibo e avanzi (circa 600 grammi a settimana) e nei piccoli centri, mentre si spreca meno a Nord (-8%, circa 489 grammi a settimana) e nel centro Italia (-7%, circa 496 grammi settimanali).

Quali cibi sprechiamo di più?

La maggior parte degli italiani, ben 8 su 10, dichiarano di non buttare via il cibo o di farlo con una media di una volta a settimana. Per prevenire il food waste, l’87% della popolazione congela il cibo acquistato in eccesso, mentre l’86% conserva gli avanzi per riutilizzarli in seguito. Tra gli alimenti che vengono sprecati più frequentemente rientrano innanzitutto la frutta, la verdura e il pane. Questi sono i cibi che finiscono con più ricorrenza nelle pattumiere degli italiani:

  • frutta fresca (37%)
  • verdura fresca (28,1%)
  • insalata (21%)
  • pane fresco (21%)
  • cipolle, aglio e tuberi (5%)

Il ruolo del packaging nella prevenzione allo spreco alimentare

Secondo i consumatori italiani gli imballaggi degli alimenti hanno un ruolo cruciale nella lotta al food waste. Per questo è importante che siano resistenti ma anche che riportino etichette chiare e trasparenti sulle corrette modalità di conservazione e smaltimento. Lo studio condotto da Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability rivela che oltre il 70% degli italiani sarebbe disponibile a pagare di più per imballaggi che consentano di conservare più a lungo i prodotti.

“Fra le sfide che il 2020 ci ha messo davanti c’è stata anche quella di contingentare le uscite e fare acquisti con minore frequenza – spiega il Presidente CONAI Luca Ruini. – Non sorprende che i consumatori siano sempre più attenti alle informazioni riportate sugli imballaggi, a cominciare da quelle sui termini di conservazione. I conferimenti di rifiuti di imballaggio al sistema consortile, durante i mesi del primo lockdown, sono infatti aumentati: conseguenza di un incremento nel flusso dei rifiuti domestici legato anche al crollo dei consumi alimentari fuori-casa”.

Infine, come si legge nel report, “l’85% degli italiani chiede di rendere obbligatorie per legge le donazioni di cibo ritirato dalla vendita da parte di supermercati e aziende ad associazioni che si occupano di persone bisognose, in seguito all’aumento della povertà generato dalla pandemia Covid-19.”

A quanto pare, qualche lezione dalla pandemia l’abbiamo imparata, ma nel nostro Paese sprechiamo ancora troppo cibo. Occorre lavorare di più sulla consapevolezza dei cittadini e sulle strategie di prevenzione del food waste per raggiungere traguardi veramente soddisfacenti.

Fonte: Ansa/Food Affairs/Spreco Zero

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