Olio di oliva indicato falsamente extravergine di oliva o dichiarato falsamente biologico, mancata tracciabilità degli alimenti, mancanza di indicazioni previste per legge (es.: categoria dell’olio, campagna di raccolta, origine) sui silos utilizzati per lo stoccaggio. L'olio che ogni giorno mettiamo sulle nostre tavole è davvero sicuro? Si è appena svolto un maxi sequestro da Nord a Sud, ma non vengono diffusi i nomi del marchi incriminati (foto di repertorio).
Olio di oliva indicato falsamente extravergine di oliva o dichiarato falsamente biologico, mancata tracciabilità degli alimenti, mancanza di indicazioni previste per legge (es.: categoria dell’olio, campagna di raccolta, origine) sui silos utilizzati per lo stoccaggio. L’olio che ogni giorno mettiamo sulle nostre tavole è davvero sicuro? Si è appena svolto un maxi sequestro da Nord a Sud, ma non vengono diffusi i nomi del marchi incriminati (foto di repertorio).
Il merito è della “Campagna di Controllo Oleario 2018” dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, grazie alla quale sono state sequestrate decine e decine di tonnellate di olio contraffatto.
Dopo una serie di accertamenti presso oltre un centinaia di frantoi ed aziende olearie sul territorio nazionale, infatti, ben 28 tonnellate di olio di oliva sono state sottoposte a sequestro penale, e 18 tonnellate a sequestro amministrativo, per un valore di mercato complessivo di euro 352,832,50.
Con riferimento alle violazioni di natura penale, sono stati sequestrati:
– presso un’azienda del veronese, 26.000 litri di olio di oliva indicato falsamente extravergine di oliva, per un valore di mercato di 200.000 euro, con conseguente denuncia del titolare ai sensi dell’art.515 C.P. (frode nell’esercizio del commercio);
– presso un frantoio del salernitano, 2000 litri di olio extravergine di oliva dichiarato falsamente biologico, per un valore di mercato di 18.000 euro, con conseguente denuncia del titolare ai sensi degli artt. 515 e 517 bis C.P. (frode nell’esercizio del commercio aggravata).
Le sanzioni ed i sequestri di natura amministrativa sono scaturiti dall’accertamento di violazioni ed irregolarità, in particolare: mancata tracciabilità degli alimenti; mancata istituzione e/o mancato aggiornamento del registro telematico SIAN; mancanza di indicazioni previste per legge (es.: categoria dell’olio, campagna di raccolta, origine) sui recipienti (silos) utilizzati per lo stoccaggio dell’olio; pratiche leali di informazione al consumatore.
Certo, ci sarebbe piaciuto come sempre conoscere le marche, ma essendoci procedimenti penali in corso, purtroppo ciò non è possibile.
Resta il fatto che da oggi l’olio è un po’ più sicuro grazie a questi controlli.
Ci chiediamo in ogni caso: il consumatore non ha il diritto di essere informato?
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Dominella Trunfio