Cibo 100% “naturale”, urge la definizione giuridica per non ingannare i consumatori

Il termine "naturale" in etichetta può trarre in inganno i consumatori visto che non c'è un termine giuridico preciso.

Un gruppo di eurodeputati ha scritto a Stella Kyriakides, Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori, chiedendo che sia stabilita una definizione giuridica del termine “naturale”, oggi utilizzato nelle etichette alimentari spesso in maniera “ingannevole” per i consumatori.

Quante volte vi sarà capitato di leggere in bella vista su qualche confezione di cibi o bevande la scritta “naturale” o “naturale al 100%”. Questo, purtroppo, non è sempre vero, dato che non vi è una definizione giuridica del termine a livello alimentare. Di conseguenza i produttori utilizzano questa dicitura un po’ a loro piacimento, rischiando di mandare in confusione il consumatore che, lo ricordiamo, dovrebbe sempre leggere l’etichetta e la tabella nutrizionale di ciò che compra, evitando di affidarsi esclusivamente agli slogan.

Una questione molto importante che è tornata al centro dell’attenzione dopo che un gruppo di oltre 30 europarlamentari ha scritto un documento in cui sottolinea che il termine “naturale”, utilizzato in molti casi impropriamente, tende in inganno i consumatori.

Nella lettera presentata a Stella Kyriakides, Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori si legge:

“L’UE non dispone attualmente di una definizione giuridica di termine “naturale” per il prodotto alimentare. Di conseguenza, l’indicazione viene spesso utilizzata dai produttori di alimenti per promuovere caratteristiche dei cibi che divergono in modo consistente dalla composizione del prodotto finale. L’urgenza di affrontare il problema è rappresentata da diversi esempi di utilizzo fuorviante del termine sui prodotti disponibili sul mercato, che incidono sulla vita quotidiana dei consumatori e sono in contrasto con diverse Legislazioni dell’UE”.

La lettera continua poi sottolineando che la Regulation (EC) No 1924/2006, ovvero il regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute relativi ai prodotti alimentari, menziona esplicitamente che i criteri per l’etichettatura degli alimenti:

“mirerebbero ad evitare una situazione in cui le indicazioni nutrizionali o sulla salute mascherano il generale stato nutrizionale di un prodotto alimentare, che potrebbe indurre in errore i consumatori quando cercano di fare scelte sane nel contesto di una dieta equilibrata”.

All’interno della lettera viene citato anche un rapporto recentemente pubblicato da Safe Food Advocacy Europe che evidenzia proprio questo problema, mostrando esempi concreti dell’uso fuorviante del termine “naturale” sui prodotti alimentari.

Save Food Advocacy Europe ha analizzato la composizione di centinaia di prodotti che riportavano la dicitura “naturale”, scoprendo l’amara verità: alcuni di questi erano tutt’altro che naturali dato che contenevano sostanze chimiche e sintetiche tra gli ingredienti.

I parlamentari chiedono infine alla Commissione Europea di affrontare questo problema assicurando che:

• La legislazione alimentare dell’UE definisce una chiara definizione di “naturale” per i prodotti alimentari.
• La legislazione alimentare dell’UE prevede criteri per utilizzare il termine “naturale” sulle etichette per garantire una corretta informazioni ai consumatori.
• Informazioni come l’origine degli ingredienti e la composizione reale dei prodotti sono facilmente riconoscibili dai consumatori.
• I prodotti con etichetta naturale sono privi di OGM, sostanze sintetiche e biodegradabili al 100%.

Il testo completo della lettera inviata alla Commissione Europea lo trovate QUI.

Fonte: Save Food Advocacy Europe

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