La birra artigianale belga ora è Patrimonio dell’Umanità Unesco

La birra artigianale belga diventa patrimonio dell’umanità Unesco grazie alla sua varietà di sapori. Da adesso in poi, quindi, berla sarà come fare un’esperienza culturale unica nel suo genere.

La birra artigianale belga diventa patrimonio dell’umanità Unesco grazie alla sua varietà di sapori. Da adesso in poi, quindi, berla sarà come fare un’esperienza culturale unica nel suo genere.

Il Belgio, come sappiamo, è la patria della birra che viene prodotta in maniera artigianale in ogni città del paese. Una tradizione che affonda le sue origini nel Medioevo, quando la produzione era affidata ai monaci nei monasteri.

“Amiamo la nostra birra e ne apprezziamo le infinite sfumature, qualcosa che non ha uguali al mondo”, ha detto Sven Gatz, ex presidente della Federazione dei Birrifici Belgi e ora ministro della cultura delle Fiandre.

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Un riconoscimento che secondo Gatz vale come se la nazionale di calcio belga avesse vinto un Mondiale di calcio. Secondo l’Unesco:

“La birra viene utilizzata nelle comunità anche per cucinare, realizzare prodotti alimentari e accompagnare il cibo, svolge un ruolo nella vita quotidiana, così come nelle occasioni di festa”.

Abbiamo più volte parlato dei benefici che si possono trarre dal bere la birra senza mai superare due o tre bicchieri al giorno.

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In Belgio, bere birra è una tradizione culturale e non solo durante le festività. Ci sono, infatti, 200 birrifici e oltre 1500 varietà differenti di questa bevanda.

La produzione segue un rigido protocollo che segue fino a quattro distinti processi di fermentazione: quella spontanea, utilizzata nella birra “lambic”, unica in Europa, la fermentazione alta o “ale”, quella mista, tipica delle birre tostate e infine la fermentazione bassa o “lager”, utilizzata per la varietà pilsner.

Dominella Trunfio

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