Risale a 14mila anni fa. Il pane più antico del mondo è stato trovato nel nord-est della Giordania, o almeno ciò che resta visto che i ricercatori hanno individuato i resti carbonizzati di una focaccia in una sorta di forno utilizzato dai cacciatori raccoglitori all'epoca
Risale a 14mila anni fa. Il pane più antico del mondo è stato trovato nel nord-est della Giordania, o almeno ciò che resta visto che i ricercatori hanno individuato i resti carbonizzati di una focaccia in una sorta di forno utilizzato dai cacciatori raccoglitori all’epoca.
A scoprirlo sono stati gli scienziati dell’University College of London, dell’Università di Copenaghen e dell’Università di Cambridge. Si tratta della più antica testimonianza diretta del pane trovata fino a oggi e precede anche l’avvento dell’agricoltura di almeno 4000 anni.
Nonostante la sua importanza nella cucina moderna, le origini del pane sono finora poco conosciute. In passato si pensava che i primi a produrlo fossero stati gli uomini dell’età della pietra (neolitico), circa 9000 anni fa, nel sito di Çatalhöyük in Turchia.
I risultati, pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences, suggeriscono che la produzione di pane a base di cereali selvatici potrebbe aver incoraggiato i cacciatori-raccoglitori a coltivare i cereali, contribuendo così alla rivoluzione agricola nel periodo neolitico. I risultati forniscono le prime prove empiriche della produzione di pane, una scoperta che potrebbe far riscrivere la storia dell’agricoltura.
Gli scienziati hanno individuato il pane carbonizzato in un sito di cacciatori-raccoglitori natufiani che vissero in quella zona nota come Shubayqa 1, 14.400 anni. Si tratta di un’area situata nel deserto nella Giordania nord-orientale. La cultura natufiana o natufita era una cultura mesolitica.
“I cacciatori-raccoglitori natufiani sono di particolare interesse per noi perché vivevani in un periodo di transizione in cui le persone sono diventate più sedentarie e la loro dieta ha cominciato a cambiare. Le lame di falce di selce e gli strumenti di pietra macinata trovati nei siti di Natufian nel Levante hanno a lungo portato gli archeologi a sospettare che le persone avessero iniziato a sfruttare le piante in un modo diverso e forse più efficace. Ma quella trovata a Shubayqa 1 è la prima prova di pane recuperato finora, e mostra che la cottura è stata inventata prima della coltivazione delle piante”, ha detto il professor Tobias Richter dell’Università di Copenaghen), che ha guidato gli scavi a Shubayqa 1.
Il sito, inizialmente scoperto e scavato per breve tempo dall’archeologa britannica Alison Betts negli anni ’90, è formato da due edifici ben conservati, ciascuno contenente un camino in pietra con una grande struttura circolare.
Gli archeologi dell’Università di Copenaghen hanno condotto quattro stagioni di scavo nel sito, tra il 2012 e il 2015, dove hanno identificato resti di cibo carbonizzato insieme a pietre scheggiate, strumenti di pietra, ossa di animali e resti di piante.
I resti di pane sono molto simili a focacce non lievitate identificate in diversi siti neolitici e romani in Europa e in Turchia. Così ora sappiamo che i prodotti simili al pane sono stati prodotti molto prima dello sviluppo dell’agricoltura. Il passo successivo sarà valutare se la produzione e il consumo di pane abbiano influenzato l’emergere della coltivazione delle piante necessarie a preparare questo alimento.
I resti di cibo carbonizzato sono stati analizzati con microscopi elettronici a scansione che hanno identificato le microstrutture e le particelle di ogni alimento trovato.
“Il pane richiede una lavorazione intensiva che include la decorticazione, la macinazione dei cereali, l’impastatura e la cottura. Il fatto che sia stato prodotto prima dei metodi di coltivazione suggerisce che fosse considerato speciale, e il desiderio di produrre questo cibo speciale ha probabilmente contribuito alla decisione di iniziare a coltivare cereali. Tutto ciò si basa su nuovi sviluppi metodologici che ci permettono di identificare i resti di pane da frammenti carbonizzati molto piccoli utilizzando un elevato ingrandimento”, ha detto il professor Dorian Fuller dell’Istituto di Archeologia dell’University College of London.
Una scoperta eccezionale, che potrebbe gettare nuova luce sulle origini di questo prezioso e antichissimo alimento.
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Francesca Mancuso
Foto cover: Alexis Pantos/PNAS