Il cacao utilizzato da multinazionali come Mars, Mondelez e Nestlé sta mettendo seriamente a rischio la foresta pluviale della Costa d'Avorio. A denunciarlo è stato il Guardian che ha condotto un'inchiesta sulla deforestazione legata all'industria del cioccolato
Il cacao utilizzato da multinazionali come Mars, Mondelez e Nestlé sta mettendo seriamente a rischio la foresta pluviale della Costa d’Avorio. A denunciarlo è stato il Guardian che ha condotto un’inchiesta sulla deforestazione legata all’industria del cioccolato.
Secondo il giornale britannico, l’industria del cioccolato di tutto il mondo sta guidando la deforestazione dell’Africa occidentale. I commercianti locali riforniscono le multinazionali di cacao coltivato illegalmente all’interno di aree protette della Costa d’Avorio, dove la copertura della foresta pluviale è stata ridotta di oltre l’80% dal 1960.
Il prodotto illegale viene miscelato con fave di cacao “pulite” nella catena di fornitura. Ciò significa che le barrette di Mars, i cioccolatini Ferrero Rocher, le barrette Milka e molte altre, potrebbero essere contaminate da cacao “sporco”. Quasi il 40% del cacao del mondo proviene dalla Costa d’Avorio.
Visitando il paese, i giornalisti del Guardian hanno visto le foreste pluviali con annesse piantagioni di cacao, hanno visitato i villaggi degli agricoltori che occupano parchi nazionali presumibilmente protetti, e hanno parlato anche con i funzionari delle forze dell’ordine locali, che spesso chiudono un occhio sulle infrazioni, sottolineando anche come i grandi marchi siano indifferenti alla provenienza del cacao.
Alcuni commercianti non hanno negato che il cacao illegale frutto della deforestazione selvaggia sia entrato nelle loro catene di approvvigionamento.
Fino al 70% del cacao del mondo viene prodotto da 2 milioni di agricoltori in una cintura che si estende dalla Sierra Leone al Camerun, ma la Costa d’Avorio e il Ghana sono veri e propri giganti del settore, il primo e il secondo produttore mondiale. Al tempo stesso sono anche le più grandi vittime della deforestazione. La Costa d’Avorio sta perdendo le sue foreste al tasso più veloce di qualsiasi altro paese africano: meno del 4% del paese è coperto dalla foresta pluviale. Una volta, tale percentuale era pari al 25%.
Mighty Earth ha appena reso nota un’indagine sulla deforestazione causata dal cioccolato in Costa d’Avorio e Ghana, il cui esito è ancora più triste. La popolazione locale infatti è così povera da non riuscire a permettersi neanche uno dei prodotti contenenti il cacao, tanto amati altrove.
La nuova inchiesta di Mighty Earth, dal titolo “Dark Chocolate’s Secret” ha scoperto che una grande quantità di cacao utilizzato nel cioccolato prodotto da Mars, Nestle, Hershey, Godiva e altre società viene coltivata illegalmente nei parchi nazionali e in altri aree protette in Costa d’Avorio e Ghana. Il rapporto documenta come in diversi parchi nazionali e in altre aree protette, il 90% o più della terra sia utilizzata per coltivare il cacao.
In Costa d’Avorio la deforestazione ha spinto gli scimpanzè in poche piccole aree e ha ridotto la popolazione degli elefanti da diverse centinaia di migliaia a circa 200-400.
Circa la metà del mercato mondiale del cacao è controllata da tre società: Cargill, Olam e Barry Callebaut. Secondo l’indagine, il cacao passa dai coltivatori nei parchi nazionali, attraverso intermediari, ai commercianti, che poi lo vendono in Europa e negli Stati Uniti dove le più grandi aziende del cioccolato lo trasformano in tartufi, barrette, sciroppi e innumerevoli altri cioccolatini.
“La misura in cui i grandi marchi di cioccolato come Mars sono legati alla distruzione dei parchi nazionali e delle aree protette è scioccante” ha dichiarato Etelle Higonnet, a capo della Campagna di Mighty Earth. “Queste aziende devono intervenire immediatamente per porre fine alla deforestazione una volta per tutte e rimediare ai danni”.
Dopo aver distrutto le foreste dell’Africa occidentale, l’industria del cioccolato ha cominciato a portare il suo modello in altre regioni della foresta pluviale come l’Amazzonia Peruviana, il bacino del Congo e le foreste dell’Asia sudorientale.
Le antiche foreste, un tempo paradiso per la fauna selvatica come scimpanzé, leopardi, ippopotami e elefanti, sono quasi scomparse.
“Il nostro Paese è diventato dipendente da un’industria del cacao che distrugge le foreste e tutta la gamma di servizi ecosistemici che offrono. Dobbiamo raggiungere un’industria sostenibile del cacao che rispetti le foreste e che effettivamente porti dei benefici alle comunità e all’economia del paese. Le grandi imprese del cioccolato devono contribuire finanziariamente e tecnicamente a sostenere gli sforzi di conservazione del governo”, ha dichiarato Kouamé Soulago Fernand, Segretario generale di ROSCIDET, una rete di ONG ivoriane specializzate nella protezione dell’ambiente e nello sviluppo sostenibile.
In media i coltivatori di cacao in Costa d’Avorio e Ghana sono pagati meno di 80 centesimi (USD) al giorno e spesso lavorano in condizioni pericolose per tante ore. Il lavoro minorile è ancora prevalente in tutto il settore, nonostante le rassicurazioni di molte multinazionali.
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Una storia amara, che purtroppo conosciamo tutti ma che viene ignorata in nome degli interessi economici di pochi.
Francesca Mancuso