È ancora alta l’allerta sulla presenza di ossido di etilene nel sesamo proveniente dall’India e in alcuni prodotti a base di semi. Di conseguenza, continuano i richiami dei prodotti anche in Italia. L’Ue sta svolgendo un’indagine da cui emergono alcuni particolari sul perché si sia abusato di questo pesticida tossico e su come sia riuscito ad arrivare in Europa indisturbato.
Ad oggi si parla di circa 3 milioni di chili di sesamo contaminato da ossido di etilene, ovviamente bloccati e richiamati. Non solo confezioni di sesamo ma anche semi che si trovano all’interno di mix con i quali sono stati prodotti diversi snack dolci o salati. La lista dei prodotti richiamati è davvero lunga e si aggiorna costantemente.
L’ossido di etilene ha proprietà disinfettanti contro batteri, funghi e virus e per questo motivo è sempre ampiamente utilizzato nell’industria chimica ma il suo utilizzo non è consentito ad uso alimentare in Europa.
Non è sempre stato così. Inizialmente veniva utilizzato nel settore alimentare per decontaminare dai parassiti i silos utilizzati per la conservazione dei cibi. Dopo però, scoperti i rischi derivanti dalla sua tossicità, in Europa è stato messo al bando.
L’ossido di etilene è classificato infatti come mutageno di categoria 1B, cancerogeno e composto tossico per la riproduzione, secondo il Reg. (CE) 1272/2008.
Da settembre 2020, il sistema europeo RASFF ha notificato l’ingresso nei paesi Ue di diversi lotti di semi di sesamo contaminati con ossido di etilene. Il cibo che conteneva il pesticida tossico proveniva soprattutto dall’India, dove è consentito il trattamento con ossido di etilene, a differenza dell’Europa.
Pensate che la concentrazione di ossido di etilene negli alimenti per cui è stata diramata l’allerta era di oltre 1000 volte il limite massimo di residui consentito nell’Unione europea (0,05 milligrammi per chilogrammo). Non si poteva dunque far altro che effettuare un massiccio richiamo dei prodotti data la loro tossicità.
I rischi per la salute umana, secondo la Commissione Ue, sono diversi dato che l’ossido di etile è mutageno, cancerogeno e tossico per la riproduzione.
L’inchiesta della Commissione Ue
Da quanto emerso finora, sembra che i produttori indiani abbiano utilizzato in maniera consapevole, da quasi un anno, grandi quantità di ossido di etilene per la coltivazione del sesamo.
I primi prodotti così contaminati e finiti sul mercato europeo risalgono infatti al febbraio 2020 e di conseguenza per alcuni mesi i consumatori hanno mangiato sesamo all’ossido di etilene senza che nessuno se ne accorgesse.
Probabilmente, sono stati la pressione e i controlli dell’Europa per prevenire il problema della salmonella a spingere i produttori indiani ad utilizzare la sostanza disinfettante.
Secondo quanto dichiarato dalla Commissione Europea:
“Non si tratta di un incidente isolato. L’Europa ha fatto molta pressione sull’India per evitare la contaminazione del sesamo da salmonella, con un campione su cinque che viene controllato con questo criterio all’arrivo nel continente. Ciò probabilmente ha portato a un maggiore utilizzo di prodotti di decontaminazione come l’ossido di etilene”.
Si era dunque sicuri in quanto a salmonella ma, in cambio, vi era una grande quantità di ossido di etilene, una scelta che metteva al sicuro le esportazioni in Europa, visto che:
“non c’era una frequenza minima dei controlli sull’ossido di etilene, perché fino ad ora non avevamo individuato alcun rischio particolare riguardante questo prodotto”.
Ecco dunque come è stato possibile che prodotti contaminati arrivassero indisturbati in Ue fino a pochi mesi fa.
Ora, ovviamente, sono stati presi provvedimenti e vengono effettuati controlli regolari sul sesamo proveniente dall’India.
Ma è talmente tanto il sesamo che è sfuggito ai controlli ed è entrato già da molto tempo in Europa che continuano ad essere scoperti nuovi alimenti contaminati.
Fonte: Que Choisir
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