Pesticidi in frutta e verdura: quali sono le sostanze chimiche che più si trovano in quello che mangiamo?
Fragole, cavoli, pesche e mele: quasi il 70% dei prodotti freschi non biologici venduti negli Stati Uniti contiene residui di pesticidi potenzialmente dannosi. A dirlo è il gruppo di lavoro sull’ambiente americano, l’EWG, che come anno ha classificato i livelli di residui di pesticidi di frutta e verdura. Ma quali sono quelli più presenti?
È il 17esimo anno consecutivo che l’Environmental Working Group analizza circa 50 diverse tipologie di frutta e verdura per valutare la presenza di pesticidi potenzialmente pericolosi che finiscono poi sulle nostre tavole. Ogni anno la “Dirty Dozen”, “sporca dozzina” di verdura e frutta con alti livelli di sostanze chimiche trovate dopo aver lavato e sbucciato ogni singolo ingrediente, ci dice quali sono i vegetali peggiori.
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Ma di cosa si parla nello specifico? Quali sono le sostanze chimiche che più si trovano in quello che mangiamo?
Ecco tutti i pesticidi più presenti:
- Il DCPA sulle verdure a foglia verde: un totale di 94 diversi pesticidi sono stati trovati su verdure a foglia verde, inclusi i neonicotinoidi o i neonici. Un campione di cavoli rapa aveva 20 diversi pesticidi e un campioni di cavolo e cavolo cappuccio ne aveva fino a 17.
Su tutti e tre i tipi di verdure, il pesticida più frequentemente rilevato era il DCPA, venduto con il marchio Dacthal.
- Acefato e clorpirifos su peperoni e peperoncini: anche i peperoni e i peperoncini, testati per la prima volta dal 2012 e dal 2011, rispettivamente, sono inclusi nella lista di quest’anno al numero 10. L’USDA ha trovato 115 pesticidi sui peperoni.
I peperoni e i peperoncini contengono rispettivamente livelli preoccupanti di acefato e clorpirifos – insetticidi organofosfati che possono danneggiare il cervello in via di sviluppo dei bambini e ne è vietato l’uso su alcune colture negli Stati Uniti e da tutti gli usi nell’UE.
- Imazalil e tiabendazolo sugli agrumi: sebbene nessun agrume sia arrivato nella Dirty Dozen, la guida di quest’anno evidenzia livelli preoccupanti di pesticidi tossici anche su questi frutti.
Imazalil è il principale: si tratta di un fungicida collegato al cancro e alla disgregazione ormonale, rilevato su oltre il 95% dei mandarini testati dall’USDA nel 2019. Secondo i test indipendenti commissionati da EWG, quasi il 90% di tutte le arance, mandarini, pompelmi e limoni campionati conteneva imazalil o tiabendazolo, un altro fungicida che altera il sistema endocrino. Più della metà dei campioni avevano entrambi. Quasi tutti i test sono stati condotti su frutta coltivata in modo convenzionale.
Fonte: EWG
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