Che il junk food, ossia il cosiddetto cibo spazzatura, non faccia bene alla salute si sa da tempo. Ma che correlazione c’è tra questi alimenti processati e ricchi di sale, grassi o zuccheri e i tumori? Un nuovo studio francese è andato a cercare le prove di un possibile legame tra il consumo quotidiano di junk food e la comparsa di cancro.
Che il junk food, ossia il cosiddetto cibo spazzatura, non faccia bene alla salute si sa da tempo. Ma che correlazione c’è tra questi alimenti processati e ricchi di sale, grassi o zuccheri e i tumori? Un nuovo studio francese è andato a cercare le prove di un possibile legame tra il consumo quotidiano di junk food e la comparsa di cancro.
Il junk food è una categoria di cibo molto vasta che comprende patatine, snack, merendine, bibite gassate e tanti altri alimenti e bevande non proprio sane in quanto molto processate, lavorate e addizionate con zuccheri, sale, conservanti, grassi, coloranti, ecc. Insomma si parla di cibo di pessima qualità, ricco in calorie e povero in nutrienti utili al nostro organismo.
Ma alimentarsi ogni giorno con una certa percentuale di cibo spazzatura è davvero pericoloso? Un nuovo studio ha voluto capire se esistono indizi che proverebbero la correlazione tra il consumo di questi cibi e un maggior rischio di sviluppare cancro.
Fino ad oggi una dieta basata in prevalenza su junk food è stata collegata alla comparsa di sindrome metabolica, obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Meno ci si è concentrati sul discorso tumori.
Ecco allora che, per indagare questo aspetto meno dibattuto, un team di ricerca dell’Université Sorbonne Paris Cité ha voluto mettere a punto un vasto studio dal titolo NutriNet-Santé i cui risultati sono stati pubblicati sul British Medical Journal. L’indagine si è svolta tramite questionario in cui oltre 100mila cittadini francesi hanno riportato più volte quello che avevano mangiato nel corso di una giornata.
Per valutare l’effetto dei cibi sulla salute, gli alimenti sono stati raggruppati in base a quanto erano stati o meno trasformati. Si sono poi registrati quanti casi di tumore vi erano stati nell’arco di 5 anni confrontandoli con le abitudini alimentari di chi aveva visto comparire la tanto temuta malattia.
Nonostante entrino in ballo una serie di altri fattori di rischio come età, genetica, fumo, sedentarietà e altro, si è notato un aumento del rischio tumore dovuto proprio alle sregolate abitudini alimentari. Nello specifico la ricerca ha messo in luce che a fronte di un aumento del 10% nell’introduzione di junk food nella propria dieta si assiste ad un 12% di rischio in più di ammalarsi di cancro (11% nel caso di tumore al seno).
Un rischio maggiore non è stato individuato invece per chi consumava altri tipi di alimenti di origine industriale come ad esempio verdure e legumi in scatola, pane confezionato oppure formaggi.
Lo studio ha confermato poi ancora una volta come il consumo di alimenti freschi (frutta, verdura, cereali, legumi, ecc.) riesca ad avere al contrario un effetto protettivo nei confronti del cancro.
Si tratta comunque di uno studio osservazionale basato su questionari e ha necessità di nuove conferme da effettuare con tutti i metodi scientifici del caso. Sono gli stessi ricercatori a dirlo:
“Questi risultati suggeriscono che il rapido aumento del consumo di alimenti ultra-elaborati potrebbe causare un aumento dell’incidenza del cancro nei prossimi decenni. (…)sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio l’effetto relativo delle diverse dimensioni della lavorazione (composizione nutrizionale, additivi alimentari, materiali di contatto e contaminanti neoformati) in queste associazioni”.
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Francesca Biagioli