10 motivi per eliminare almeno la carne rossa dalla tua dieta

Molte persone vorrebbero iniziare a seguire un’alimentazione più sana ma non sanno da che parte cominciare o non se la sentono di passare direttamente ad una dieta vegetariana o vegana. Il mondo scientifico è ormai concorde sui rischi per la salute legati al consumo di carne rossa. Per cambiare il vostro stile alimentare potreste partire proprio dalla carne rossa e da un approfondimento degli studi che ne evidenziano gli effetti negativi per il nostro organismo.

Molte persone vorrebbero iniziare a seguire un’alimentazione più sana ma non sanno da che parte cominciare o non se la sentono di passare direttamente ad una dieta vegetariana o vegana. Il mondo scientifico è ormai in gran parte concorde sui rischi per la salute legati al consumo di carne rossa.

Per cambiare il vostro stile alimentare potreste partire proprio dalla carne rossa e da un approfondimento degli studi che ne evidenziano gli effetti negativi per il nostro organismo, oltre che per l’ambiente.

Ridurre il rischio di malattie cardiache

Il ferro della carne rossa contribuirebbe ad aumentare il rischio di malattie cardiache, secondo una ricerca pubblicata sul The Journal of Nutrition. Nessun rischio per il ferro presente negli alimenti vegetali. Una nuova ricerca potrebbe aiutare a comprendere meglio il legame tra diete ricche di carne e malattie cardiache. L’elevata biodisponibilità del ferro eme presente nella carne rossa potrebbe essere correlata all’infiammazione e al danneggiamento delle arterie. Secondo gli esperti, il rischio cardiaco potrebbe essere aggravato da un basso consumo di frutta e verdura accompagnato da un’elevata assunzione di carne.

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Ridurre il rischio di Alzheimer

Mangiare carne rossa potrebbe aumentare il rischio di Alzheimer. Lo rivela una ricerca condotta in California che ha dimostrato per la prima volta come un eccesso di ferro nel cervello possa essere la causa della forma più comune di demenza senile. La ricerca suggerisce che alti livelli di ferro nel cervello possono effettivamente contribuire a causare la malattia. Gli esperti suggeriscono di cambiare stile di vita e di alimentazione per la prevenzione, facendo attenzione sia alla carne rossa che alla quantità di integratori alimentari di ferro assunti.

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Ridurre il rischio di infarti, diabete e cancro

Consumare più di 50 grammi di carne rossa al giorno può porre a serio rischio la salute del nostro organismo, provocando infarti, diabete e cancro. È quanto emerso da una ricerca condotta a Cambridge che ha preso in considerazione l’eccessiva presenza di carne nella nostra dieta. Gli esperti hanno accertato che un consumo giornaliero di carne superiore ai 50 grammi per gli uomini e a soli 30 grammi per le donne non è per niente salutare.

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Ridurre il rischio di tumore al seno

Una ricerca condotta di recente ad Harvard e pubblicata sul British Medical Journal segnala il consumo eccessivo di carne rossa come fattore di rischio da non sottovalutare per il cancro al seno, soprattutto se a mangiarla sono le giovani donne. Gli scienziati ipotizzano che gli effetti dannosi di un consumo eccessivo di carne rossa, relativamente all’aumentato rischio di cancro al seno, sarebbero da imputare all’eccessiva quantità di proteine. Le proteine infatti accelerano la duplicazione cellulare e dunque anche quella delle cellule tumorali. Inoltre, nella carne conservata sono presenti alcune sostanze come i nitrati, potenzialmente cancerogeni.

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Proteggere le arterie

La carne rossa fa male per via della L-Carnitina? I ricercatori della Cleveland Clinic, in Ohio, hanno puntato il dito su questo composto a lungo poco noto ed ora riconosciuto come pericoloso per la salute. Questa sostanza infatti è legata all’accumulo di depositi di grasso lungo le pareti dei vasi sanguigni, mettendo a rischio la circolazione nelle arterie e aumentando la possibilità di incorrere in infarti e ictus. Gli esperti vogliono inoltre rivalutare la sicurezza degli integratori e dei prodotti in commercio che contengono carnitina.

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Prolungare l’aspettativa di vita

Il consumo di carne lavorata aumenta rischio di morte precoce, di cancro e di contrarre patologie cardiovascolari. Non soltanto salsicce e wurstel, ma anche gli apparentemente meno innoccui salumi e la carne rossa di origine equina, bovina, suina ed ovina concorrono, ancor di più se consumate abitualmente ed in eccesso, a compromettere la salute di chi sceglie di portare tali alimenti sulla propria tavola, ha aggiornato la propria posizione sul cancro intestinale. Il 3% delle morti premature potrebbe essere evitato se tutti riducessero il consumo di carni lavorate a meno di 20 grammi al giorno.

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Prevenire il tumore al colon

Ogni anno si potrebbero prevenire milioni di casi di tumore al colon se consumassimo meno carne rossa e se integrassimo la nostra dieta con un maggior apporto di fibre. Lo afferma il World Cancer Rereasch Fund, che di recente ha aggiornato la propria posizione sul cancro intestinale. La raccomandazione è di limitare fortemente la carne rossa, le carni lavorate e conservate, i salumi e le salsicce, dato che a parere degli esperti la relazione carne-cancro è ormai diventata da probabile a certa.

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Affrontare il cambiamento climatico

Per salvare il Pianeta dovremmo ridurre il consumo di carne, ma secondo gli esperti non lo stiamo facendo. Il mondo sta adottando sempre più diete a base di carne che stanno mettendo a rischio le risorse e la sicurezza alimentare. Lo rivela un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change. In passato l’Unep aveva già invitato la popolazione mondiale a ridurre il consumo di carne per affrontare i cambiamenti climatici e a diventare, se non vegetariani o vegani, almeno “demitarian”, cioè persone che decidono di dimezzare il loro abituale consumo di carne per proteggere l’ambiente e la salute.

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Ridurre l’inquinamento

La carne rossa è l’ingrediente di origine animale che inquina di più se lo confrontiamo con uova, prodotti lattiero caseari, carne di pollo e carne di maiale. Lo ha confermato una ricerca condotta presso l’Università di Yale. Gli esperti sottolineano che il 40% della superficie degli Stati Uniti è dedicato alla produzione di alimenti di origine animale, compresi i terreni necessari per il pascolo e per la produzione di mangimi. Gran parte di questi terreni potrebbe invece essere dedicata alle colture che sono direttamente consumabile dagli esseri umani, con il risultato di richiedere meno risorse per caloria.

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Ridurre le emissioni di Co2

Secondo gli autori di uno studio pubblicato sul British Medical Journal diminuire il consumo di carne significherebbe non solo ridurre drasticamente il rischio di contrarre patologie croniche, ma anche determinare un taglio netto delle emissioni di Co2 legate alla produzione di carne e agli allevamenti intensivi. In questo modo si andrebbe a contrastare l’effetto serra cui contribuisce purtroppo la deforestazione per la creazione di nuovi pascoli e campi coltivati per la produzione di mangimi destinati agli animali da allevamento.

Marta Albè

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