Sostanze tossiche e chimiche nei cibi: OpenFoodTox, il database che le elenca

L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha reso noto al pubblico OpenFoodTox, la banca dati sui rischi delle principali sostanze chimiche che si trovano negli alimenti.

Sostanze tossiche nei cibi: l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha reso noto al pubblico OpenFoodTox, la banca dati sui rischi delle principali sostanze chimiche che si trovano negli alimenti. Le informazioni riguardano i pericoli per la salute dell’uomo, per quella degli animali e per l’ambiente. Ma rimane oscura la questione del glifosato.

Si tratta di una banca dati che verrà aggiornata annualmente e che dà accesso a informazioni tratte da più di 1650 documenti scientifici EFSA sulla tossicità delle sostanze chimiche presenti nella catena degli alimenti e dei mangimi.

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Un editoriale pubblicato sull’Efsa Journal descrive come usarla, fornendo indicazioni su oltre 4mila sostanze chimiche, sulla legislazione europea di riferimento, sull’atto scientifico Efsa che ne indica gli effetti critici e sui livelli di sicurezza stabiliti dai gruppi di esperti scientifici dell’Agenzia, come la dose giornaliera tollerabile o la dose ammissibile.

Jean-Lou Dorne, il tossicologo che ha guidato lo sviluppo di OpenFoodTox, spiega che il database permette un accesso rapido e agevole alle informazioni più importanti e fornisce in forma sintetica le informazioni tossicologiche utilizzate dall’Efsa per le proprie valutazioni del rischio sin dal 2002. “E ci sono voluti oltre cinque anni per compilarla. Ora siamo pronti a condividere questa ricchezza di dati con il mondo in maniera accessibili”.

openfoodtox

Si tratta di una valida fonte d’informazione soprattutto per organismi consultivi scientifici e altri organismi che abbiano interesse alla valutazione del rischio chimico, ma, dicono, è di semplice consultazione anche da parte di chi sia interessato a conoscere i rischi che potrebbero celarsi negli alimenti. Vi si accede tramite lo Scientific Data Warehouse dell’Efsa.

Nella banca dati – spiegano – ci sono tutte quelle sostanze appartenenti alle varie aree in cui l’Efsa ha il compito di eseguire la valutazione del rischio chimico: pesticidi, additivi alimentari, aromatizzanti e fonti alimentari, additivi per mangimi e contaminanti sia naturali sia artificiali. Quindi non solo contiene informazioni sugli effetti sulla salute critici per la valutazione dei rischio per l’uomo – come la tossicità per il fegato o la ghiandola mammaria – ma anche per gli animali da allevamento, gli animali domestici e le specie ecologicamente importanti come api e pesci”.

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E quanto al glifosato? Attorno all’erbicida più utilizzato al mondo sia nel settore agricolo che a livello domestico, si sa, è acceso un dibattito molto importante. Se lo IARC, organismo che fa capo all’OMS, lo ha inserito tra le sostanze probabilmente cancerogene per l’uomo, l’EFSA ne ha smentito la pericolosità.

Anche in questa nuova banca dati, il glifosato farebbe la parte dell’innocuo.

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