Possiamo ritenere l'olio di palma un pericolo per la nostra salute?
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Olio di palma,fa male davvero? Al di là dei seri problemi ambientali che la sua produzione comporta, possiamo ritenerlo un pericolo per la nostra salute?
L’olio di palma è un grasso di origine vegetale che per le sue caratteristiche può essere paragonato al burro ed è per questo che viene utilizzato nella maggior parte dei prodotti da forno e, ahimè, anche negli alimenti per l’infanzia e nel latte formulato per i neonati.
Ma perché tanto successo? Proprio grazie alla sua composizione e al fatto che si tratta di un olio insapore, che non irrancidisce facilmente, resiste bene alle temperature e ha un costo basso, i produttori l’hanno ormai inserito praticamente ovunque.
Le caratteristiche che rendono questo olio tanto appetibile alle grandi industrie sono:
• basso costo
• grande resistenza alle temperature
• irrancidisce difficilmente (e quindi può tranquillamente essere utilizzato in prodotti che durano a lungo)
• È insapore
L’OLIO DI PALMA FA MALE DAVVERO?
Chi è attento alla propria salute punta il dito contro l’olio di palma soprattutto perché si tratta di un prodotto ricco di grassi saturi (45-50%) ma in realtà pochi sanno che, rispetto ad esempio al burro, alla margarina e allo strutto ne ha di meno.
Con questo non stiamo ovviamente giustificando il suo consumo, ma è bene mettere sul piatto della bilancia le cose come stanno: l’olio di palma è composto da grassi saturi e come tale va considerato, sicuramente c’è di meglio ma anche di peggio. Si può quindi scegliere di evitarlo o di limitarne molto il consumo salvo poi non cadere nell’errore di eccedere in altri prodotti altrettanto dannosi se consumati ogni giorno o in quantità considerevoli.
In proposito, il dottor Alessandro Targhetta, medico chirurgo, specialista in Geriatria e Gerontologia ed esperto in Omeopatia e Fitoterapia, ci consiglia di non superare un totale del 10% di assunzione giornaliera di grassi saturi (quindi burro, strutto, alimenti di origine animali e, ovviamente, olio di palma) che è poi la stessa raccomandazione che fornisce l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) all’interno del suo dossier sull’olio di palma in cui si esprime il parere ufficiale del ministero della Salute riguardo al tanto discusso grasso di origine vegetale.
Scegliamo allora il più possibile prodotti a base di olio extravergine di oliva, anche se negli scaffali dei nostri supermercati sono da cercare col lanternino (come alternativa, quando si ha un po’ di tempo a disposizione, c’è sempre l’autoproduzione di pane, biscotti, snack, ecc. con ingredienti più sani e genuini).
Ricapitolando l’olio di palma:
• È ricco in grassi saturi
• Non è peggiore di altri grassi come burro, strutto e margarina
• Insieme agli altri grassi saturi non dovrebbe superare un totale del 10% di assunzione giornaliera
Esistono ormai diverse alternative di prodotti da forno in cui l’olio di palma è stato sostituito da olio di girasole, altri grassi o nella migliore delle ipotesi da olio extra vergine d’oliva. Tutta la linea Coop ad esempio è ormai olio di palma free, ovvero nessun prodotto a marchio Coop può contenere più questo grasso vegetale.
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COSA SUCCEDE SE CONSUMIAMO OLIO DI PALMA OGNI GIORNO
Ma quali sono i rischi di un consumo eccessivo di olio di palma e altri grassi saturi? Il problema non sta tanto in un consumo sporadico quanto piuttosto nel fatto che ovunque ci giriamo troviamo prodotti realizzati con olio di palma e dunque potenzialmente ne possiamo abusare senza neppure rendercene conto (importante in questo senso leggere sempre le etichette).
Ormai le evidenze scientifiche concordano nel ritenere i grassi saturi responsabili della formazione di placche arteriosclerotiche e di una iper-produzione di colesterolo. Dunque il principale effetto che ha il consumo di olio di palma nel nostro corpo sta nell’aumentare (soprattutto in alcuni soggetti già predisposti) il rischio di malattie cardiovascolari.
Riassumendo, l’olio di palma, se consumato in eccesso, espone a:
• formazione di placche arteriosclerotiche
• iper-produzione di colesterolo
• aumenta il rischio di malattie cardiovascolari
• rischio obesità
• alterazione dei meccanismi di sazietà
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OLIO DI PALMA: ROSSO, RAFFINATO E PALMISTO
Come per tutti gli oli esistono prodotti più o meno raffinati e salutari, non è esente da questo discorso neppure l’olio di palma. Ne esistono infatti sostanzialmente 3 tipologie: quello rosso vergine, quello più tendente al giallo (raffinato) e infine l’olio di palmisto ovvero quello estratto dai semi della palma.
Tra questi 3 prodotti c’è una bella differenza. Alcuni studi che hanno esaminato l’olio di palma grezzo rosso ne hanno individuato addirittura delle proprietà benefiche ma il comune olio di palma che si trova in biscotti e merendine non è certo questo ma piuttosto l’olio raffinato se non, peggio ancora, il palmisto. Quest’ultimo in particolare è da evitare perché è ancora più ricco di grassi saturi (85%) pericolosi per la salute del nostro sistema cardiovascolare.
Quindi la prima cosa da sapere è certamente che, quando si parla di olio di palma, si può far riferimento a:
• Olio di palma grezzo rosso (puro e ricco di proprietà)
• Olio di palma raffinato (raffinato e con il 50% di grassi saturi)
• Palmisto (85% di grassi saturi)
L’OLIO DI PALMA IN ETICHETTA
Per evitare di acquistare prodotti con olio di palma o palmisto è bene imparare a dare sempre un’occhiata alle etichette di tutti i prodotti che acquistiamo e lasciarli sugli scaffali ogni volta che troviamo inserito qualche ingrediente che non ci convince oppure se la lista è troppo lunga. Noto il suggerimento a proposito del professor Franco Berrino, oncologo:
“Quando andate al supermercato andateci sempre accompagnati dalla vostra bisnonna (immaginatevela se non l’avete più) e tutto quello che la vostra bisnonna non riconosce come cibo… non compratelo. Leggendo l’etichetta se ci sono sostanze che lei non capisce… non compratelo. Se ci sono più di 5 ingredienti… non compratelo. Se c’è scritto che fa bene alla salute… non compratelo”.
Come possiamo difenderci quindi? Il dottor Raniero Facchini, specialista in chirurgia dell’apparato digerente, sottolinea l’importanza di leggere bene le etichette per capire di fronte a quale grasso ci stiamo trovando:
“in teoria sulle etichette alimentari non dovremmo più trovare la scritta “olio vegetale” ma in realtà non tutti i produttori si sono ancora adeguati alle nuove diciture. Se trovo questa scritta devo stare sicuramente attento perché il produttore probabilmente ha qualcosa da nascondere. Posso però anche trovare la scritta “grasso di palma” e comunque mi viene il dubbio che si tratti di olio di palmisto, o proprio apertamente olio di palmisto in qual caso il prodotto è da evitare assolutamente”.
Consigli che tutti noi dovremmo ricordaci ogni volta che facciamo la spesa!
Francesca Biagioli
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