Ti spiego perché la vendita di articoli personali di seconda mano non è tassata (nemmeno dalla DAC7)

La DAC7 impone alle piattaforme di articoli di seconda mano di raccogliere e comunicare alle autorità fiscali informazioni su determinati utenti, ma non prevede una tassazione dei venditori privati

La vendita di articoli di seconda mano su piattaforme online come Vinted sta diventando sempre più popolare in Italia. Tuttavia, molti utenti potrebbero avere dubbi riguardo alla tassazione di queste vendite e alle nuove normative europee, come la direttiva DAC7, che regolano le comunicazioni obbligatorie tra le piattaforme e le autorità fiscali. Oggi proviamo a dipanarli.

Precisiamo subito che la DAC7 non introduce nuove tasse, ma è una direttiva dell’Unione Europea che impone a piattaforme online come Vinted, eBay e Subito di raccogliere e comunicare alle autorità fiscali informazioni riguardanti determinati utenti.

Questi obblighi di comunicazione non alterano gli attuali doveri fiscali degli utenti, ma servono a garantire una maggiore trasparenza nelle transazioni online. In pratica, gli utenti che raggiungono una soglia specifica di vendite potrebbero ricevere una richiesta da parte di Vinted di compilare un modulo precompilato con i loro dati, come il codice fiscale.

In Italia la vendita di articoli personali usati non è soggetta a tassazione. Anche se vendi un oggetto a un prezzo superiore a quello che hai pagato originariamente, non sei tenuto a pagare tasse, purché si tratti di articoli personali e non di attività commerciali.

Quando si è obbligati ad inviare i propri dati

Questo significa che gli utenti di piattaforme come Vinted, che vendono occasionalmente articoli di seconda mano, non devono preoccuparsi di tasse sulle loro transazioni. Solo i venditori commerciali, cioè quelli che operano con regolarità e con l’intento di generare profitto, sono tenuti a dichiarare i loro guadagni e pagare le relative imposte.

Secondo la DAC7, le piattaforme online come Vinted devono raccogliere informazioni sugli utenti che superano una soglia di 30 articoli venduti o 2.000 euro di guadagni annuali. Verso la fine dell’anno, agli utenti che rientrano in questi criteri sarà richiesto di inserire il proprio codice fiscale in un modulo precompilato.

Questa procedura è veloce e sicura, con i dati crittografati e trasmessi in maniera protetta alle autorità competenti. È importante sottolineare ancora una volta che inviare queste informazioni non implica il pagamento di tasse, ma serve solo a rispettare gli obblighi della DAC7.

Tuttavia si tratta di una pratica obbligatoria a cui non ci si può sottrarre. Gli utenti che non forniscono i dati richiesti dalla DAC7, dopo aver ricevuto i solleciti dalla piattaforma, potrebbero infatti vedere limitato il loro accesso alla vendita. Una volta completato il modulo tutte le restrizioni verranno rimosse.

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Fonte: Agenzia delle Entrate

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