Nei giorni scorsi qualcuno ha lanciato la notizia che i supermercati ci stessero speculando sugli shopper bio destinati all'ortofrutta.
Una notizia falsa voleva il costo dei sacchetti bio lievitato fino a 10 centesimi ciascuno
Sono stati nell’occhio del ciclone per parecchio tempo, “complici” com’erano di rincarare le spese degli italiani che, con il loro “obbligo d’acquisto”, vedevano nelle shopper bio di frutta e verdura una grave minaccia al proprio stipendio. E ora che la polemica sembrava essersi plascata arrivano false notizie allarmenti ad alimentarla e a mettere ancora più confusione nel calderone.
Nei giorni scorsi, infatti, è comparsa su La Stampa la notiziona ripresa da molti siti e sui social: i supermercati ci stanno speculando su e gli shopper ultraleggeri per frutta e verdura ora dall’uno o 2 centesimi che si dovevano pagare, arrivano anche a 10 cent l’uno, gravando sulla spesa dei nostri connazionali fino a 90 euro all’anno esclusivamente per la “tassa” sui sacchetti biodegradabili.
Cosa? Ma non è che lor signori si saranno confusi tra gli shopper biodegradabili e compostabili a pagamento per trasportare frutta e verdura entrati in vigore dal gennaio di quest’anno e le buste per la spesa che ti danno alla cassa (se la richiedi) da 7 anni a questa parte?
“Quando si danno certi numeri è bene saperli circostanziare – afferma Marco Versari, presidente di Assobioplastiche – tenendo a precisare che i bioshopper per il trasporto della merce “costano 10 centesimi dal 2011”. Allora “dov’è la notizia? Anche perché dal nostro osservatorio non ci risulta che le catene dei supermercati abbiano speculato sugli ultraleggeri per frutta e verdura”.
Vi basta d’altronde fare il giro in qualsiasi supermercato della città per constatare che è così: i sacchetti bio per l’ortofrutta (ma destinati in generale a prodotti sfusi come imballaggio primario in gastronomia, macelleria, pescheria, ortofrutta e panetteria) sono venduti a 1-2 centesimi e rendono un servizio alla raccolta dell’umido.
Le plastiche bio continuano ad essere amiche della raccolta differenziata della frazione organica e non lasciamoci ingannare da chi vuole ancora porre la questione della “spesa degli italiani”: “la legge ha dato risultati importanti riducendo di oltre il 50% il consumo delle buste monouso e anche per frutta e verdura i risultati sono positivi con una diminuzione di oltre 30%”, conclude Versari.
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