Dopo un iter partito a maggio, Coop mette in vendita solo prodotti a marchio senza olio di palma
Coop è “palm free”. Niente più olio di palma nei prodotti a marchio Coop: la più grande catena di distribuzione italiana ha infatti completato l’iter di sostituzione di più di 200 prodotti, avviato nel maggio scorso, dopo la pubblicazione del dossier Efsa.
Così, mentre la Ferrero difende l’olio di palma in uno spot promozionale, biscotti, gelati, merendine, omogeneizzati e altri prodotti a marchio Coop saranno prodotti ed etichettati “0% olio di palma”.
L’iter di sostituzione è cominciato a maggio scorso, quando Coop è stata la prima catena distributiva a scegliere di eliminare l’olio di palma dai suoi prodotti a marchio. Alla base di questa nuova politica c’è la pubblicazione del dossier EFSA su alcuni “contaminanti di processo”: 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e glicidil esteri degli acidi grassi (GE), che si formano soprattutto negli oli di origine vegetale, se ad alte temperature, e hanno caratteristiche di tossicità.
Il percorso intrapreso dalla cooperativa ha allora portato alla sostituzione dell’olio di palma principalmente con oli monosemi, tra cui anche olio di oliva ed extravergine: una scelta che vuole promuovere la riduzione di tutte quelle sostanze, come i grassi, il sale e gli zuccheri, che, se assunte in quantità elevate, possono causare problemi alla salute.
Con cosa è stato sostituito l’olio di palma?
È stato sostituito con altri oli monosemi che hanno un apporto di grassi più equilibrati, in termini nutrizionali o con l’olio extra vergine di oliva.
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“Benché molti prodotti Coop non abbiano mai impiegato né il palma né altri grassi tropicali, come ad esempio tutte le linee dedicate ai bambini e la linea “Vivi Verde” da agricoltura biologica, il processo di sostituzione avviato da Coop ha comportato anche alcune rinunce (come nel caso di alcuni gelati) perché non è stato possibile riformulare vari prodotti con altri oli/grassi a parità di analoghe caratteristiche organolettiche e di durata”, spiega Marco Pedroni, presidente Coop Italia.
“Un discorso a parte meritano anche i benefici in termini ambientali generati dalla nostra scelta”, conclude Pedroni.
E anche su questo punto non possiamo che essere d’accordo. Quanto a noi, non limitate la scelta di un prodotto sugli scaffali solo in base alla presenza o meno dell’olio di palma, ma controllate anche la qualità degli altri ingredienti come, per esempio, la farina, gli zuccheri o gli additivi.
Nell’opinione pubblica qualcosa è cambiato. Il consumatore cerca cibi buoni e sani ed è pronto a premiare l’impegno etico del marchio che sceglie. Dire addio all’olio di palma significa (anche) tutto questo.
Germana Carillo