Bevande vegetali e lampadine LED, ma anche auto usate e trapani elettrici per il fai-da-te. Cambiano le abitudini degli italiani, le loro spese e i loro stili di vita: ecco il paniere 2016 calcolato da Istat
Bevande vegetali e lampadine LED, ma anche auto usate e trapani elettrici per il fai-da-te. Cambiano le abitudini degli italiani, le loro spese e i loro stili di vita. E dicono addio alle cuccette nei treni e ai vagoni letto.
È questa la foto scattata dal nuovo paniere dell’Istat nel 2016, che si compone di 1.476 prodotti elementari (1.441 nel 2015), raggruppati in 901 prodotti, a loro volta raccolti in 400 aggregati; mentre per il calcolo dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato, il paniere comprende 1.484 prodotti elementari (1.457 nel 2015), raggruppati in 906 prodotti e in 404 aggregati.
Nel calcolo dell’inflazione nel 2016 smetteranno di essere monitorati anche i costi per il trasferimento della proprietà di auto e moto, mentre faranno il loro ingresso i tatuaggi, i pantaloni corti e i leggings e le offerte integrate per televisione, telefonia e internet. Le novità spaziano dai prodotti per la casa – tra lampadine a Led e panni cattura polvere – alle abitudini alimentari, come le bevande vegetali di riso o di soia, fino alle soluzioni abitative, con l’ingresso nel paniere degli alloggi universitari.
Riguardo al peso che i prodotti hanno nel paniere, pare aumenti, anche se di poco, quello dei beni a discapito di quello dei servizi (+0,1723 per i beni e -0,1723 per i servizi): nell’ambito dei beni, scende il peso relativo dei Beni energetici, da 9,35% del 2015 a 8,96%, a causa della diminuzione del peso della componente non regolamentata dovuta sia all’«effetto spesa» sia all’«effetto rivalutazione». Il peso dei Beni alimentari e quello dei Tabacchi restano per lo più invariati (17,62% e 2,19%).
Per i servizi, gli aumenti maggiori toccano i pesi dei Servizi vari (da 11,12 a 11,46%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da 17,24 a 17,56%), mentre la diminuzione maggiore riguarda i Servizi relativi ai trasporti (da 7,92 a 7,39%) per via della flessione della spesa sostenuta dalle famiglie nel 2014 e della diminuzione dei prezzi registrata nell’ultimo anno. Il peso della Componente di fondo, ottenuta escludendo gli aggregati più volatili in termini di dinamica dei prezzi (alimentari freschi e prodotti energetici), si incrementa di 0,1648 punti percentuali. Rimane stabile il peso dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (19,97%).
Le modifiche messe in atto dall’Istat nel calcolo dell’inflazione nel 2016 non convincono però le associazioni di consumatori. Secondo Federconsumatori e Adusbef, infatti, si tratta di “piccoli adeguamenti che non cambiano la sostanza”, di parametri “inadeguati nel rilevare il reale andamento dei prezzi”. Sulla stessa linea l’Unione nazionale consumatori si domanda perché “cala il peso di quanto le famiglie spendono per l’affitto dell’abitazione principale, per l’acqua o per i rifiuti, mentre salgono le spese per i ristoranti, l’abbigliamento, le calzature o i servizi di parrucchiere e trattamenti di bellezza”.
In buona sostanza, le associazioni temono che “la variazione dei pesi è ancora più importante e delicata dei beni che entrano ed escono dal paniere – spiega il Codacons – perché proprio su tali pesi si basa il calcolo dell’inflazione e, quindi, le scelte economiche che interessano milioni di cittadini“.
Intanto, per quanto ci riguarda, il fatto che nel calcolo dell’inflazione (cifre a parte) vengano presi in considerazione parametri come il consumo di bevande vegetali o l’uso di lampadine a risparmio energetico fa ben sperare che qualcosa stia davvero cambiando nella mente e nelle abitudini dei nostri concittadini. Non credete?
Germana Carillo
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