La siccità ha messo a dura prova la produzione di olio d'oliva in Spagna, fortemente in calo a causa della mancanza di acqua e delle temperature altissime. Per questo i prezzi continueranno ad aumentare
L’olio di oliva è una produzione tipica di tutta l’area del Mediterraneo e tra i produttori più importanti, oltre al nostro Paese, vi è la Spagna che però, nell’ultima annata, ha dovuto fare i conti con un problema davvero rilevante: la siccità.
La stagione particolarmente secca e la mancanza di precipitazioni nel Paese hanno inevitabilmente influenzato la produzione di olio spagnolo. Si prevede infatti che il Paese produrrà 780.000 tonnellate di olio d’oliva nell’attuale campagna 2022-2023, rispetto alle 1,4 milioni di tonnellate del 2022 (con un calo del 47,7 %).
Secondo quanto riferito dall’Agenzia Statale di Meteorologia spagnola (Aemet), l’inverno 2021-2022 è stato il più secco in Spagna dal 1961 e si teme che il problema della siccità potrebbe prolungarsi a lungo termine.
Come ha fatto sapere l’Unione dei piccoli agricoltori e allevatori (UPA) spagnoli:
Il 2022 è stato l’anno più caldo mai registrato. Ciò si aggiunge alla brutale siccità che la Spagna soffre da diversi anni, e quest’ultima è stata particolarmente grave.
Alcuni agricoltori, visto il calo, hanno scelto addirittura di produrre olio esclusivamente per uso proprio. Le conseguenze di questo sono ovviamente che i prezzi dell’olio di oliva continueranno a salire (più di quanto non sia già accaduto a causa dell’inflazione).
Gli agricoltori in quest’ultimo anno si sono dovuti scontrare con gli aumentati costi di energia e carburante per il trasporto ma anche degli imballaggi come scatole, bottiglie, etichette, ecc. Il prezzo dell’olio, dunque, era già salito di circa un 30-40%.
A tutto questo, come già detto, si è aggiunta anche la siccità che non ha colpito solo la Spagna ma tutti i Paesi del Mediterraneo che competono nella produzione di olio di oliva (Italia compresa).
Della situazione dell’olio italiano avevamo già parlato in un precedente articolo. Leggi anche: Perché rischiamo a breve di trovare sempre meno olio extra vergine di oliva italiano sugli scaffali
Nel caso del nostro Paese la produzione è diminuita del 28,6%, mentre in Portogallo il calo ha raggiunto il 39,4%. Tuttavia, il clima ha favorito altri paesi come Grecia e Turchia, che hanno registrato un aumento della loro produzione rispettivamente del 50,9% e del 61,7%.
Nonostante le difficoltà, però, la Spagna rimane leader nelle esportazioni di olio di oliva. Come ha dichiarato Arturo Hernangómez, tecnico responsabile per il bestiame e gli oliveti dell’Associazione agraria dei giovani agricoltori (Asaja):
La campagna non è stata positiva per nessuno dei concorrenti spagnoli. Sebbene alcuni paesi abbiano un buon raccolto, non producono la metà di quanto facciamo noi. Nelle esportazioni continuiamo ad avere la prima posizione.
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Fonte: Cinco Días El Pais
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