La gran parte finisce in discarica e così aumentano anche i livelli di CO2. In Italia la tendenza è in crescita, promuoviamo il ricicliamo
Finiscono le feste e si inizia a guardare alla lista dei buoni propositi tra i quali, magari, c’è anche la voce regali di natale da cambiare. La pratica del reso inizia a diventare normalità in Italia dove ancora, per fortuna, non si raggiungono i numeri incredibili che si registrano negli Stati Uniti.
Secondo le stime della National Retail Federation (ovvero l’associazione americana di commercio al dettaglio USA) si attende un netto aumento dei resi rispetto al Natale dello scorso anno che era stato calcolato in ben 101 miliardi di dollari, in particolare di merce acquistata online. La stima per quest’anno è trainata della spesa effettuata nello stesso lasso di tempo preso in esame e che registra una crescita tra l’8,5% e l’10,5%: parliamo di un volume di affari tra gli 843 miliardi e gli 859 miliardi di dollari. Una girandola di numeri e di possibili resi da capogiro.
E in Italia? Non arriviamo di certo a quelle cifre, ma anche nel Bel Paese la tendenza è col segno più. I regali non particolarmente graditi, invece di rimanere nascosti nell’angolo degli orrori in fondo agli armadi, iniziano a ritornare nei negozi fisici o virtuali. Per continuare con il gioco dei numeri, Codacons ha calcolato che il 17% dei regali di questo Natale finirà nel girone infernale del reso per essere cambiato con altro, il 25% verrà riciclato mentre il 33% sarà invece rivenduto.
Il famoso detto “a caval donato non si guarda in bocca” non si applica più a nessun regalo, tantomeno a quelli di Natale. La facilità dell’acquisto dal divano fa mettere nel carrello cose simpatiche ma magari poco azzeccate. Ma è soprattutto la semplicità del reso uno dei motivi che spinge molti a dar via qualcosa che non convince appieno. Ed è l’ambiente che ne paga le conseguenze.
Alcuni di questi articoli possono essere rivenduti subito in negozio, magari non a prezzo pieno. Sono invece i prodotti dei grandi marchi assieme a quelli più economici che inquinano maggiormente perché finiscono in discarica: i primi perché non i rivenditori non hanno convenienza a trattare merci con prezzi calmierati; i secondi perché si spende troppo nel controllo qualità. Inizia così un viaggio senza ritorno di articoli vari che contribuiscono a ingrossare le montagne di rifiuti nelle discariche oltre a far aumentare la produzione di Co2 perché spesso il trasporto avviene su gomma.
Quali soluzioni? Sicuramente ciascuno, per la propria attitudine, può fare un piccolo passo per cercare di inquinare meno e trasformare quel regalo che ha fatto storcere la naso in un’occasione per qualcun altro. Rivendere online è una soluzione immediata e facile considerato l’aumento del numero di piattaforme dedicate a questo scopo.
Ma esiste anche una soluzione più sostenibile, il riciclo “ragionato”. Quel regalo che proprio non piace o magari è un doppione potrebbe diventare un dono per il prossimo Natale se non ci sono scadenze particolari. Cambiando la carta a tema natalizio con una più neutra potrebbe diventare un regalo di compleanno. E ancora potrebbe essere dato in beneficienza tramite siti specializzati che offrono la possibilità di destinare il cadeau non apprezzato, ad esempio, a scuole o biblioteche. Non mancano poi pagine e gruppi Facebook oltre a siti ideati proprio per mettere a disposizione di chi ha bisogno di quel dono che proprio non va di tenere.
Ancora una volta l’unione fa la forza.
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