Mangiare pesce ha, soprattutto in determinati casi, un grande impatto ambientale. Per chi non vuole comunque rinunciare a consumarlo è arrivata un'apposita guida (che anche un'app) utile a scegliere cosa acquistare con maggiore consapevolezza
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I nostri mari devono affrontare diverse minacce, tra cui il cambiamento climatico, l’inquinamento, la perdita di habitat e di biodiversità. L’ONU ha definito la pesca insostenibile il principale fattore di perdita di biodiversità marina nel mondo.
Ma quali sono i pesci che dovremmo davvero sempre evitare? Dove vengono pescati e in che modo? Quali invece possiamo consumare in quanto la loro specie non è “in sofferenza”? A rispondere a queste domande è la Good Fish Guide, che fornisce uno strumento semplice per scegliere il pesce il cui consumo pesa meno sull’ambiente.
Questa guida, che è anche un’app, realizzata dalla Marine Conservation Society britannica, mostra quale pesce è più sostenibile in base alla specie, a dove è stato catturato (o allevato) e come.
Il database è davvero molto ampio e comprende circa 130 specie, oltre ai pesci più consumati e conosciuti come tonno e salmone, anche specie locali o decisamente più rare. Non mancano anche i frutti di mare, sia pescati che d’allevamento e la guida permette di utilizzare un motore di ricerca per trovare le valutazioni relative alle specie che interessano di più.
Si tratta di un database pensato per il Regno Unito ma molte specie sono le stesse consumate anche nel nostro Paese e altrove, pensiamo ad esempio a pesci come merluzzo, salmone o tonno, la cui filiera è internazionale.
Come si legge sul sito della Guida, le valutazioni vengono fatte partendo da una consultazione:
Per trasparenza e credibilità, dopo aver ricercato e redatto una serie di aggiornamenti delle valutazioni, li abbiamo messi in consultazione. Scienziati, pescatori e aziende esaminano i nostri aggiornamenti proposti e forniscono informazioni aggiuntive. Le consultazioni si svolgono due volte all’anno, ad agosto e gennaio. Al termine della consultazione, consideriamo e rispondiamo a tutti i feedback. Quindi finalizziamo e pubblichiamo le nostre valutazioni nuove e aggiornate su tutte le piattaforme di Good Fish Guide.
Queste vengono poi costantemente aggiornate:
Per assicurarci che le nostre valutazioni siano il più aggiornate possibile, miriamo a rivederle tutte almeno una volta ogni tre anni. Molte vengono aggiornate ogni anno.
Come funziona la guida
Per dare un giudizio sulle diverse specie di pesce, la guida si serve di un semplice sistema a semaforo: il rosso significa pesce da evitare, il verde è una buona scelta e in mezzo ci sono una serie di sfumature.
La guida si basa su 5 livelli di valutazione:
- Voto 1 (verde): le specie pescate o allevate in modo più responsabile
- Voto 2 (verde chiaro): pescato in modo sostenibile o allevato in modo responsabile
- Voto 3 (giallo): scelta che ha bisogno di fare miglioramenti ma abbastanza accettabile
- Voto 4 (arancione): pesce che necessita di miglioramenti significativi, è bene trovare alternative se possibile
- Voto 5 (rosso): pecca in quanto a sostenibilità ma già è in atto un lavoro per apportare miglioramenti
- Voto 6 (rosso scuro): pesce da evitare in quanto vi sono notevoli preoccupazioni ambientali e non è in corso alcun lavoro per migliorare la situazione
Esistono infine alcuni pesci le cui valutazioni sono ancora in fase di revisione (colore grigio) da parte del team di Good Fish Guide.
Spesso, come potete vedere se date un’occhiata alla guida, le valutazioni per ogni singola specie di pesce comprendono più colori, questo perché le cose possono variare (e di molto) a seconda degli stock e del mare in cui vengono pescate, così come delle tipologie di pesca utilizzate.
Per ogni pesce vengono consigliate anche delle alternative con cui eventualmente sostituire una specie da evitare.
Le specie “rosse” e quelle “verdi”
Tra i pesci con il bollino rosso vi sono la razza, lo squadro o pesce angelo, l’astice americano, la verdesca (squalo azzurro), il marlin blu e l’anguilla europea.
Mentre aringhe e pesce azzurro sono classificati come verdi, in verde più chiaro (punteggio 2) il Salmone keta e il salmone rosa.
Buone valutazioni ottiene anche il merluzzo dell’Alaska, o almeno alcuni stock mentre ce ne sono altri da evitare. Lo stesso vale per il tonno, che varia molto in base alla specie ma anche a dove e come viene pescato.
Ma il pesce può essere davvero “sostenibile”?
Quasi tutte le specie, comunque, presentano delle criticità da considerare nel momento in cui vogliamo acquistarle. Non a caso ci sono tante persone che hanno deciso di non consumare più pesce, non solo per motivi ambientali ma anche etici.
Tra l’altro, il dubbio che anche dove ci si nasconde dietro l’etichetta di “pesca sostenibile” ci sia dietro altro è stato recentemente confermato da un’inchiesta. Leggi anche: Altro che pesca sostenibile! Tonni inseguiti con potenti sonar e messi all’ingrasso: un’inchiesta svela tutto l’orrore delle tonnare
E non è la sola… Leggi anche: Pesca sostenibile, possiamo fidarci? Un’inchiesta alza il velo sull’altra faccia della certificazione MSC
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Fonti: Marine Conservation Society / Good Fish Guide
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