Empori solidali: sono 60 in Italia i supermercati dove i più indigenti possono fare la spesa gratuitamente secondo il proprio fabbisogno
Una mano per i più disagiati e un’arma contro gli sprechi alimentari: ecco a voi gli empori solidali, una realtà che lavora sodo, lontano dai riflettori della finta solidarietà.
In Italia esiste una rete di 60 empori (qui la mappa) che operano su tutto il territorio nazionale per aiutare 60mila persone in difficoltà. Una lotta contro la povertà alimentare che si svolge quotidianamente in questi piccoli supermercati ad accesso controllato dove si può fare la spesa gratuitamente secondo il proprio fabbisogno.
Tutto ciò diventa possibile grazie alla collaborazione tra associazioni, enti locali e cittadini. E non solo: fondamentale è anche l’importanza che viene data alla dimensione delle relazioni, all’incontro tra le famiglie e al coinvolgimento di chi beneficia del servizio nelle attività dell’emporio stesso.
Di questa rete innovativa se ne è discusso in questi giorni all’Expo Gate di Milano, nell’ambito del convegno organizzato da CSVnet, il Coordinamento che riunisce i Centri di Servizio per il Volontariato “Lotta allo spreco e contrasto alle nuove povertà. Il Volontariato porta le sue esperienze a Expo per rilanciare un patto di comunità“.
“Le sessanta realtà che abbiamo censito, presenti in 16 regioni, ci dimostrano come il fenomeno degli empori solidali abbia assunto una dimensione nazionale – afferma Stefano Tabò, presidente CSVnet. La corresponsabilità è un motivo trainante e una caratteristica del modo con cui si vuole, in questo caso, rispondere a un bisogno antico, che però si manifesta in modalità nuove, cioè quello del bisogno alimentare, affermando un approccio che vuole preservare la dignità delle persone che ricevono aiuto. Non si tratta solo di tamponare ma di intervenire per risolvere le cause di indigenza che in questi anni sono cresciute in modo esponenziale. Quindi in questo senso l’emporio è anche un luogo di facilitazione al contatto con chi agisce in questo segmento specifico. Questa particolare esperienza ci dimostra che il volontariato è vivo, è diffuso, è un’opportunità per chi lo pratica, ma soprattutto continua ad essere una scommessa per il futuro“.
E quanto ai numeri? Al convegno si è portato ad esempio il caso dell’associazione Trentino Solidale che ha contato ben 7mila kg di cibo recuperato ogni giorno (2mila tonnellate all’anno) dai cassonetti con un risparmio economico di più di 2milioni di euro. Più in generale, confrontando i costi di gestione con la loro capacità di generare e redistribuire ricchezza, si stima che mediamente gli empori solidali hanno un rendimento almeno 7 volte superiore all’investimento fatto.
Aiutare concretamente i poveri e creare nuovi legami sociali, un compito che oggi ha un valore incommensurabile e arricchisce il cuore e la mente. Perché non provare, allora, ad estendere ancora di più anche la rete degli empori solidali?
Germana Carillo
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