Via la data di scadenza dagli yogurt in questi supermercati per combattere lo spreco alimentare in UK

Per ridurre lo spreco alimentare relativo ai prodotti caseari freschi, una catena di supermercati inglese ha eliminato la data di scadenza tassativa, sostituendola con il termine minimo di consumazione

I prodotti freschi in vendita nei nostri supermercati – come latte, pane, patate e yogurt – sono anche i maggiori responsabili dell’enorme spreco alimentare che avviene ogni giorno e che, oltre a rappresentare uno “schiaffo alla miseria” verso regioni del mondo in cui il cibo scarseggia, costituiscono un irresponsabile spreco di risorse economiche e ambientali.

Solo nel Regno Unito, ogni anno quasi 280 milioni di litri di latte e 42.000 tonnellate di yogurt vengono buttati via perché superata la data di scadenza riportata sulla confezione: in molti casi si tratta di prodotti non ancora andati a male, che possono essere consumati senza conseguenze per la nostra salute. In un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale, questo spreco non può più essere tollerato.

Ecco perché la catena di supermercati Co-op ha annunciato che sostituirà la data di scadenza tassativa (“da consumarsi entro e non oltre il”) con l’indicazione del termine minimo di conservazione (“da consumarsi preferibilmente entro il”) sulle confezioni di latte fresco, yogurt e formaggi a proprio marchio: un modo per sensibilizzare i consumatori ad accertarsi dell’effettivo stato di conservazione dei prodotti prima di buttarli.

Rimuovendo una data di scadenza tassativa dalla confezione, infatti, il consumatore viene stimolato ad aprire il prodotto fresco e ad effettuare controlli olfattivi e visivi per testarne l’effettiva buona qualità: ricordiamo che se sulla confezione la data di scadenza è accompagnata dalla dicitura “preferibilmente entro”, è possibile consumare il prodotto anche alcuni giorni dopo il termine indicato.

Secondo le stime dell’azienda, questa piccola modifica in etichetta consentirebbe non solo di porre un freno allo spreco di prodotti alimentari freschi, ma anche di ridurre in modo sensibile la produzione di confezioni in plastica monouso – meno 180 tonnellate all’anno, un bel vantaggio anche in termini ambientali.

I numeri dello spreco alimentare (e le soluzioni ad esso)

Lo spreco del cibo è un fenomeno ancora troppo presente nella società occidentale, e i suoi numeri sono vergognosamente troppo alti: si pensi che, sempre nel Regno Unito, una famiglia con bambini getta nella spazzatura ogni anno fino a 244 chili di cibo – l’equivalente di 580 pasti. Ogni individuo arriva a sprecare annualmente fino a 69 chili di prodotti alimentari, corrispondenti ad una spesa di 210 sterline.

Per fortuna, l’iniziativa di Co-op non è la prima in direzione di una maggiore consapevolezza del cibo che acquistiamo e consumiamo: qualche mese fa anche un’altra catena di supermercati, Morrisons, ha annunciato l’eliminazione della data di scadenza tassativa dalle proprie confezioni di latte fresco.

Anche l’app per cellulare Too Good To Go, nata proprio con l’obiettivo di ridurre i numeri dello spreco alimentare, ha lanciato la campagna “Guarda, annusa, assaggia, non sprecare” con la collaborazione di grandi brand del settore alimentare (come Nestlé, Danone, Arla) per invitare ad verificare se effettivamente un prodotto fresco sia andato a male prima di buttarlo – solo perché la data di scadenza indicata sulla confezione è ormai passata da qualche giorno.

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Fonti: BBC / Too Good To Go

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