Dop e Igp: è entrato in vigore il regolamento contro le imitazioni, non si potrà più “barare” sui prodotti tipici

È entrato in vigore in Europa il nuovo regolamento su cibi e bevande Dop e Igp. Impone misure più rigorose contro le imitazioni, così da proteggere l'autenticità dei prodotti tipici e preservare il loro valore economico e culturale

Ieri, 13 maggio, è entrato in vigore un nuovo regolamento europeo sulla Denominazione di Origine Protetta (Dop) e l’Indicazione Geografica Protetta (Igp) che ha come obiettivo quello di tutelare i prodotti di qualità, assicurando la massima trasparenza per i consumatori.

Una delle principali novità che introduce il regolamento è il divieto di registrare menzioni tradizionali identiche o che richiamino nomi di cibi e bevande Dop e Igp. Questo significa che prodotti come il Prošek (croato), che evoca il Prosecco italiano, saranno ora soggetti a controlli più rigorosi.

Inoltre, il regolamento stabilisce l’obbligo di indicare il nome del produttore sull’etichetta di una Denominazione di Origine Protetta (Dop) o di una Indicazione Geografica Protetta (Igp), contribuendo così a garantire una maggiore chiarezza e tracciabilità per i consumatori.

Il regolamento include anche misure per proteggere le Indicazioni Geografiche online, riconoscendo l’importanza crescente dell’e-commerce nel settore alimentare. Inoltre, conferisce maggiori poteri ai produttori, semplificando il processo di registrazione delle Ig e assicurando una maggiore efficienza nel garantire la conformità alle normative.

Riassumendo, dunque, le novità che introduce il regolamento sono le seguenti:

  • Divieto di registrazione di prodotti che richiamano nomi di cibi o bevande Dop o Igp
  • Misure per contrastare l’uso illegale delle indicazioni geografiche (IG) anche online
  • Regole per l’uso della denominazione IG per un ingrediente presente in un prodotto trasformato. In questo caso, può essere usata la denominazione solo se l’ingrediente con simbolo IG è utilizzato in quantità sufficienti da conferire al prodotto trasformato una caratteristica essenziale e se nello stesso prodotto non viene utilizzato nessun altro ingrediente paragonabile a quello con marchio IG
  • I nomi dei produttori e delle indicazioni geografiche appariranno insieme sull’imballaggio
  • Procedure di registrazione più semplici per le nuove IG, massimo sei mesi per valutare le richieste

La riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine (Ig) è stata accolta con favore da varie organizzazioni del settore agricolo italiano. Coldiretti, ad esempio, ha sottolineato che la tutela delle indicazioni geografiche non riguarda solo l’economia, ma anche la lotta al falso made in Italy nel settore alimentare, un fenomeno che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro.

In effetti, l’Italia ha un interesse particolare per la questione dato che è il Paese con il maggior numero di prodotti certificati: ben 892. Questo settore è particolarmente vulnerabile alle falsificazioni, poiché i prodotti marchiati con le indicazioni Igp e Dop hanno una domanda doppia rispetto a quelli senza certificazione.

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L’obiettivo della norma è chiaro: porre fine alle imitazioni che vedono circolare, ad esempio, aceto balsamico prodotto a Cipro o Parmesan al posto del Parmigiano Reggiano.

Con l’entrata in vigore del regolamento, le associazioni del settore come Origin Italia chiedono un tavolo governativo per garantire un’efficace attuazione delle nuove norme in Italia.

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Fonte: Parlamento Europeo

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