Grano francese “spacciato” per pugliese, 3 dirigenti del pastificio De Cecco rinviati a giudizio per frode in commercio

Il 3 maggio 2023 i dirigenti della nota azienda abruzzese De Cecco dovranno rispondere di frode in commercio, avrebbero infatti spacciato per italiano un grano proveniente dalla Francia

Forse ricorderete che, all’inizio di quest’anno, il noto marchio di pasta De Cecco è stato accusato di frode in commercio. Avrebbe infatti fatto passare per italiano (o più nello specifico pugliese) un grano che in realtà proveniva dalla Francia.

A condurre le indagini che hanno portato alla luce la presunta frode sono stati i carabinieri del Nas che, dopo la denuncia di un ex dirigente dell’azienda, hanno effettuato controlli sulla produzione del pastificio abruzzese. A darne notizia è il TGR Abruzzo, che spiega anche che ciò che viene contestato all’azienda è in particolare una partita di grano francese (4.500 tonnellate) “spacciato” per pugliese ma anche l’uso di semole provenienti da fornitori esterni all’azienda (che invece dichiara di usare solo semole prodotte in sede).

Ora l’azienda è stata rinviata a giudizio: sempre secondo quanto riporta il TGR, il presidente Filippo Antonio De Cecco e gli ex direttori acquisti e qualità, Mario Aruffo e Vincenzo Villani, sono convocati per il processo che si terrà a Chieti il 3 maggio 2023. A stabilirlo è stato il giudice per l’udienza preliminare di Chieti, Luca De Ninis, che aveva già respinto la richiesta di archiviazione della procura.

L’associazione dei consumatori Assoconsum si costituirà parte civile, come spiega in un lungo articolo dedicato alla vicenda Il Salvagente, che ha intervistato l’associazione di consumatori.

“Innanzitutto è doveroso precisare che il procedimento non è mai stato archiviato, proprio grazie alla tempestiva opposizione di Assoconsum. Da uno studio dei documenti raccolti durante l’indagine condotta dalla Procura di Chieti ci siamo resi immediatamente conto che, oltre l’utilizzo di grano francese, che non è menzionato in confezione dalla De Cecco, la società utilizza regolarmente partite di grano provenienti dal North Dakota, stato americano ben distante sia dall’Arizona che dalla California, come invece reclamizzato sulle confezioni di pasta- Gli elementi da noi portati all’attenzione del Giudice per le indagini preliminari sono stati così schiaccianti, che lo stesso non si è limitato a indicare nuove attività di indagine, ma ha addirittura disposto l’imputazione coatta, ritenendo quanto raccolto nel fascicolo del pubblico ministero già sufficiente a determinare un rinvio a giudizio per i vertici della De Cecco con l’accusa di frode in commercio, spiega l’avvocato Miriam Chianese al Salvagente, che aveva già raccontato la vicenda nel numero del febbraio scorso.

La De Cecco ha sempre negato ogni accusa, o meglio si è giustificata sottolineando che il grano francese acquistato a fine 2019 era di eccellente qualità e sarebbe stato utilizzato solo per 6 mesi, inoltre ha dichiarato che:

È falso dire che il grano italiano è il massimo della qualità sempre e comunque, non è così: noi abbiamo sempre cercato di reperire le migliori qualità di grano in Italia ed all’estero.

Questo può anche essere vero, ma il consumatore ha pieno diritto di sapere da dove proviene il grano della pasta che sta acquistando, può benissimo scegliere anche un grano francese – se davvero di migliore qualità – ma sempre e solo nel massimo della trasparenza.

La De Cecco rimane comunque fiduciosa di chiarire tutto:

La speranza è che la magistratura faccia presto a chiarire la totale buona fede dell’azienda che ha sempre avuto come faro l’altissima qualità del grano utilizzato e la massima trasparenza nei confronti del consumatore.

Staremo a vedere come andrà avanti il processo.

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