Barattare i prodotti della terra. A Sanremo il 2 aprile scorso è stato inaugurato il banco del baratto, A gestirlo è la società Orto di Sanremo
Barattare i prodotti della terra. A Sanremo il 2 aprile scorso è stato inaugurato il banco del baratto. A gestirlo è la società Orto di Sanremo.
Cos’ha di speciale? Chi lo vorrà potrà non solo acquistare frutta e verdura ma anche barattare i prodotti del proprio orto con quelli presenti.
Uno scambio tra produttori e consumatori, che ridefinisce i loro stessi ruoli. Chi produce infatti può mettere a disposizione la propria merce prendendo dal banco quella che invece non ha nel proprio orticello.
“È l’ideale per chi non ha tanti soldi, ma ha un pezzo di terra o alberi da frutto, vigne e oliveti – spiega Massimo Salaris, ideatore del gruppo Facebook ‘Sanremo Baratto’ – Un domani vorremo creare anche delle sinergie tra i vari ambulanti che espongono la loro merce al mercato, affinché si possa offrire sconti ai clienti che acquistano, ad esempio, verdura al mercato e carne dal macellaio vicino senza dover andare a spendere oltre il mercato. Sarebbe un modo per mantenere viva questa tradizione commerciale in un momento di crisi”.
Salaris ha ideato il gruppo Facebook nel 2011 con l’obiettivo di favorire il baratto tra gli abitanti della cittadina ligure. Da allora quasi 4000 persone vi hanno aderito.
L’uomo, a 47anni si è ritrovato disoccupato. Allora pensò di mettere insieme coloro che volevano disfarsi di un oggetto o di scambiarlo con qualcos’altro.
“Ritengo che questa iniziativa possa servire ad aiutare tante persone che come me oggi si trovano in questa situazione di disoccupazione e crisi e che comunque possa servire a migliorare l’economia matuziana e contribuire alle politiche sociali del comune di Sanremo” aveva detto nel corso di un’intervista.
E adesso l’iniziativa è arrivata a tavola, passando per i banchi del mercato. Carciofi in cambio di pomodori, verdura in cambio di frutta e viceversa.
Un modo vecchio e nuovo per accedere a prodotti genuini e a km zero favorendo i piccoli produttori locali.
Francesca Mancuso
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