Lo stile di vita equo solidale fa breccia nei cuori degli italiani. Anzi, di uno su tre.E' quanto emerge dalla seconda edizione dell'OSSERVATORIO NAZIONALE DEL VIVERE RESPONSABILE che si è svolto a Milano.
Lo stile di vita equo solidale fa breccia nei cuori degli italiani. Anzi, di uno su tre.È quanto emerge dalla seconda edizione dell’OSSERVATORIO NAZIONALE DEL VIVERE RESPONSABILE che si è svolto a Milano.
Sale infatti la percentuale di italiani (dal 27% al 29% in un anno), ovvero 1 su 3 che hanno scelto di abbracciare comportamenti responsabili, di equità e solidarietà.
L’indagine condotta da Altromercato ha classificato gli italiani in cinque categorie socio demografiche e definisce questa porzione di cittadini come “Etici a prescindere”.
In pratica, l’indagine che l’Osservatorio ha svolto nel 2014 individua una quota maggiore di popolazione più consapevole dei problemi, con una solida base di valori condivisi e disponibile ad assumere comportamenti socialmente responsabili. Pertanto, si assottiglia finalmente la percentuale di italiani disinteressati e inconsapevoli.
Ottime premesse, dunque, che spingono ad avere fiducia nei nostri concittadini. Inoltre i dati confermano che oltre 6 italiani su 10 dimostrano sensibilità verso temi quali equità, giustizia sociale, tutela dell’ambiente e si dicono disposti a cambiare il proprio stile di vita. 7 italiani su 10 ritengono che il cambiamento verso uno stile più sostenibile e responsabile debba essere assunto anche da istituzioni e aziende.
L’attenzione nel vivere secondo buone pratiche nasce per di più dalla possibilità di avere accesso a molte informazioni riguardo la “bontà” di certe scelte grazie anche alle moltissime iniziative e progetti che tentano di sensibilizzare, coinvolgere, informare. Una di queste buone pratiche è sicuramente il Commercio Equo e Solidale che avendo come scopo un mercato etico viene identificato molto favorevolmente dagli intervistati. Vengono associati infatti al Commercio equo solidale valori di tutela dei diritti di donne e bambini(24%), difesa dell’ambiente (23%), trasparenza e responsabilità (17%).
Questa filosofia ha promosso lo sviluppo di un progetto chiamato Solidale Italiano che trova ben 8 italiani su 10 favorevoli in particolare per la vicinanza dei produttori e per l’italianità dei prodotti. È un modello di lavoro che, applicando li stessi principi di equità, sostenibilità e solidarietà contribuisce allo sviluppo delle realtà locali di agricoltura sostenibile, di cooperazione sociale e di economia carceraria. Nascono così quei prodotti di eccellenza, biologici e biodiversi proveneinti da terreni liberi dalla mafia, dallo sfruttamento e dal caporalato o prodotti che danno possibilità di riscatto con la dignità del lavoro.
“I risultati della seconda edizione dell’Osservatorio del Vivere Responsabile confermano che il terreno è fertile per portare avanti il nostro nuovo progetto lanciando il filone del Commercio Equo e Solidale italiano – ha commentato Vittorio Rinaldi, presidente di Altromercato –. I consumatori si dimostrano infatti consapevoli, informati e sensibili ai valori di equità, responsabilità e solidarietà, che il Commercio Equo e Solidale promuove da decenni, oltre che sempre più attenti a sostenere i prodotti italiani e dell’economia locale.”
Con l’occasione è stato anche lanciato il Manifesto del Solidale Italiano, ovvero i principi del Commercio Equo e Solidale per sostenere i piccoli produttori del nostro Paese e valorizzare i prodotti agroalimentari e artigianali italiani e dare un contributo concreto all’economia sociale italiana.
Cristiana Priore