Nonostante nei supermercati siano state ridotte le uova da allevamenti in gabbia aumentando altre opzioni più etiche, queste rimangono nascoste in molti prodotti alimentari trasformati senza etichettatura chiara. I consumatori quindi possono consumarle senza esserne consapevoli
Le uova sono uno degli alimenti più versatili e amati in tutto il mondo, componente essenziale di numerose ricette, dalla pasta fresca alla maionese, dai dolci ai piatti pronti. Tuttavia, ciò che molti consumatori spesso ignorano è che dietro la produzione di alcune di queste uova si nascondono condizioni di allevamento crudeli.
Ormai è tristemente noto: le uova in gabbia sono spesso il risultato di un sistema di produzione che sacrifica il benessere degli animali per il profitto.
Fortunatamente, nell’Unione Europea negli ultimi anni ci sono stati importanti progressi verso il miglioramento del benessere delle galline ovaiole (anche se ancora c’è molto da fare). Dal 2004, l’UE ha introdotto un sistema di etichettatura che consente ai consumatori di conoscere il tipo di allevamento dalle quali provengono le uova fresche.
Questo ha portato ad una diminuzione significativa delle uova in gabbia offerte nei negozi e ad una maggiore possibilità di scegliere alternative, come le uova da allevamenti all’aperto e quelle di produzione biologica.
Ma cosa dire delle uova che si trovano nelle ricette di alimenti trasformati? Secondo un’indagine di mercato, condotta dal Centro consumatori tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia, la situazione è tutt’altro che rosea.
Uova da allevamento in gabbia nei prodotti trasformati
La legge attuale non richiede l’etichettatura del tipo di allevamento per le uova utilizzate in prodotti come pasta, maionese, dolci e piatti pronti. Questo significa che i consumatori possono mangiare uova da allevamenti in gabbia senza esserne consapevoli.
Tale mancanza di trasparenza è motivo di preoccupazione per molte organizzazioni e centri di consulenza dei consumatori. Mentre alcune aziende hanno scelto volontariamente di etichettare il tipo di allevamento delle galline ovaiole nei loro prodotti contenenti uova, molti altri ancora non lo fanno.
L’analisi di mercato condotta in Germania ha rivelato che meno della metà dei prodotti contenenti uova forniscono volontariamente queste informazioni, e spesso i consumatori si trovano a cercare invano delucidazioni su prodotti come insalate, maionese, salse o torte pronte.
La mancanza di etichettatura per gli alimenti contenenti uova rende difficile per i consumatori fare scelte informate su ciò che acquistano. Molte persone desiderano evitare le uova in gabbia per motivi etici ma questa scelta diventa un’impresa ardua senza informazioni chiare sull’origine delle uova nei prodotti che le contengono.
Cosa possiamo fare?
Come possiamo evitare del tutto le uova in gabbia? Il Centro consumatori tedesco consiglia:
- Preferire prodotti biologici: le uova contenute in questi prodotti devono provenire da agricoltura biologica e da galline con accesso all’esterno, il che di solito implica condizioni migliori per gli animali
- Controllare l’etichetta: leggere gli ingredienti dei cibi che contengono uova e cercare prodotti in cui le uova sono (volontariamente) etichettate come allevate all’aperto
- Chiedere trasparenza: scrivere ai rivenditori o ai produttori di alimenti contenenti uova e chiedere loro di aggiungere specifiche sull’allevamento delle galline ovaiole il più rapidamente possibile
Infine, è importante sostenere gli sforzi a livello politico per introdurre regolamentazioni che richiedano l’etichettatura del tipo di allevamento per tutte le uova utilizzate nei prodotti alimentari trasformati.
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Fonte: Verbraucherzentrale NRW
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