Prodotti come rispettosi dell'ambiente? Anche no. L'Autorità inglese per la concorrenza e i mercati esaminerà le dichiarazioni ambientali del gruppo Unilever, nello specifico dei marchi Cif, Dove, Comfort e Lynx
Greenwashing perennemente dietro l’angolo. Questa è la volta (ancora) di Unilever, produttore – tra gli altri – di marchi come Dove e Cif, che sarà indagato dall’Autorità di vigilanza sulla concorrenza del Regno Unito (la CMA) perché si ritiene che i consumatori vengano fuorviati dalle affermazioni “green” dell’azienda su alcuni prodotti essenziali.
Solo la settimana scorsa Greenpeace denunciava il greenwashing delle campagne pubblicitarie proprio della multinazionale britannica: i suoi marchi, infatti, Dove in primis, sono famosi per lanciare sempre lo stesso messaggio: “qualunque tipo di bellezza è una forza positiva” ma, nel contempo, rimangono i più grandi inquinatori.
Ne abbiamo parlato qui: Quasi 2mila bustine di plastica usa e getta vendute al secondo, dopo aver letto questo non vorrai più comprare questa marca di cosmetici
Elementi essenziali come detersivi, spray da cucina e articoli di cosmesi sono i tipi di articoli che metti nel carrello del supermercato ogni volta che fai la spesa. Sempre più persone stanno cercando di fare la loro parte per aiutare a proteggere l’ambiente, ma siamo preoccupati che molti siano fuorviati dai cosiddetti prodotti “verdi” che non sono quello che sembrano, dice Sarah Cardell della CMA.
Di fatto, attraverso l’uso di affermazioni “vaghe e ampie”, dichiarazioni poco chiare sulla riciclabilità e immagini e loghi dall’aspetto naturale come le foglioline verdi, noi consumatori possiamo essere facilmente ingannati.
Su cosa si indaga
La revisione iniziale della CMA ha scoperto una serie di pratiche preoccupanti, ragione per cui ha avviato oggi un’indagine formale su Unilever. Per quanto riguarda alcuni prodotti, le preoccupazioni della CMA includono se:
- alcune dichiarazioni appaiono vaghe e generiche e possono fuorviare gli acquirenti riguardo al loro impatto ambientale
- le affermazioni su alcuni ingredienti possono creare un’impressione imprecisa o ingannevole
- affermazioni incentrate su un singolo aspetto di un prodotto possono suggerire che sia rispettoso dell’ambiente nel suo insieme
- alcune affermazioni ecologiche – in particolare in relazione alla riciclabilità – potrebbero non essere chiare, poiché non specificano se si riferiscono a tutto o parte di un prodotto o di un imballaggio
- il ricorso a colori e a immagini, come foglie verdi, può creare l’impressione generale che alcuni prodotti siano più rispettosi dell’ambiente di quanto non lo siano in realtà
Intanto, si legge sul sito del Governo UK, la CMA ha contattato Unilever che darà presto le sue motivazioni.
Siamo curiosi di sapere come andrà a finire.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Leggi anche:
- GreenMe contro il greenwashing aderisce alla coalizione Stampa libera per il clima di Greenpeace
- Il Greenwashing di Coca Cola in Sud America parte da questa piattaforma (che serve solo a “travestirsi” di verde)
- Il Regno Unito vieta tre pubblicità del colosso petrolifero Shell: “informazioni fuorvianti, è greenwashing”
- Guerra al greenwashing: l’Europa vuole vietare tutte “le dichiarazioni ambientali generiche”, contro l’ambientalismo di facciata