Una maxi-perquisizione ha portato al sequestro di tonnellate di latte presso l’azienda TreValli Cooperlat, accusata di aver impiegato soda caustica e acqua ossigenata per correggere l’acidità del latte deteriorato
Un’indagine in corso su una possibile frode alimentare ha messo sotto i riflettori l’azienda TreValli Cooperlat, uno dei principali gruppi lattiero-caseari italiani. L’inchiesta, condotta dalla procura di Pesaro, ha preso avvio dopo il sequestro di 200 tonnellate tra latte e formaggi presso lo stabilimento di Fattorie Marchigiane di Colli al Metauro, una delle società affiliate al gruppo.
La denuncia, che ha innescato l’indagine, è stata presentata da un’ex dipendente dell’azienda, come riporta il Resto del Carlino. L’accusa rivolta all’azienda riguarda l’utilizzo di soda caustica e acqua ossigenata per correggere l’acidità del latte deteriorato.
Tale pratica, se confermata, costituirebbe un grave reato di adulterazione del prodotto e frode in commercio. Attualmente, nove persone, tra dipendenti della produzione e dirigenti di Fattorie Marchigiane, sono sotto indagine, insieme a un consulente esterno e un tecnico di laboratorio dell’Agenzia Marche agricolture e pesca (Amap).
TreValli Cooperlat, nel comunicato emesso lo scorso giugno in occasione del suo sessantesimo anniversario, si è descritta come una società partecipata da nove cooperative socie in sei regioni italiane, con una filiera in grado di raccogliere oltre 500 milioni di litri di latte. L’azienda, che conta oltre 500 dipendenti e un fatturato di circa 245 milioni di euro, distribuisce i suoi prodotti sia in Italia che all’estero, con una forte presenza nei mercati extra-UE.
Sequestrate 90 tonnellate di latte e 110 di formaggi adulterati
Messa alle strette, l’azienda ha respinto le accuse, sostenendo che gli ispettori hanno confermato l’igiene degli ambienti e l’integrità dei prodotti e ribadendo di essere a disposizione delle autorità. I sindacati di categoria hanno espresso stupore per le notizie riguardanti il gruppo Cooperlat e hanno ribadito l’importanza del rispetto delle norme e della sicurezza alimentare.
Un’operazione congiunta dei carabinieri e dell’ufficio di polizia giudiziaria ha portato al sequestro di 90 tonnellate di latte e 110 di formaggi adulterati, del valore complessivo di oltre 800 mila euro. Nel corso della maxi-perquisizione, inoltre, sono stati sequestrati celle frigo, vani di conservazione, bancali con prodotti scaduti e ingenti quantitativi di soda caustica e acqua ossigenata.
Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha lodato gli sforzi dei Nas dei Carabinieri per proteggere produttori e consumatori. Una vicenda che solleva gravi preoccupazioni riguardo alla sicurezza alimentare e alla correttezza delle pratiche aziendali nel settore lattiero-caseario italiano.
L’acqua ossigenata e la soda caustica, infatti, non sono ovviamente ammesse nella lavorazione del latte e sono altamente volatili, cosa che le rendono non facilmente identificabili in caso di controlli sanitari. Il sospetto è che il latte in questione non venisse distrutto ma, una volta “corretto”, tornasse nel circuito produttivo.
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