Come è il tonno in scatola venduto al supermercato? Un nuovo test italiano ha analizzato 16 marche note arrivando a risultati che ci hanno un po' sorpreso
Il tonno in scatola è un elemento essenziale nella dispensa di molte famiglie, ma quanto sappiamo realmente di questo prodotto? Contiene mercurio e bisfenolo A? E come sono a livello qualitativo le varie marche presenti sul mercato?
Ha provato a rispondere a queste ed altre domande un nuovo test condotto da Il Salvagente che ha analizzato 16 diversi marchi di tonno all’olio d’oliva per valutare freschezza, presenza di contaminanti e qualità di ogni scatoletta.
Si trattava più nello specifico delle seguenti marche:
- Angelo parodi
- As do mar
- Calippo
- Carrefour
- Conad
- Consorcio
- Coop
- Eurospin
- Esselunga
- Lidl
- Mareblu
- Maruzzella
- Md
- Nostromo
- Palmera
- Rio mare
Gli esperti che hanno analizzato il tonno in laboratorio sono andati alla ricerca, campione per campione, di sostanze indesiderate come:
- Istamina
- Metalli pesanti (in particolare mercurio, cadmio, piombo, arsenico, cromo e stagno)
- Bisfenolo A (BpA)
I risultati
Partiamo dalle buone notizie, a livello di contaminanti, la situazione del tonno sembra essere decisamente migliorata.
Una delle prime preoccupazioni quando si tratta di tonno in scatola è la possibile presenza di istamina, una tossina associata alla sindrome sgombroide. Fortunatamente, tutti i campioni analizzati erano privi di istamina.
Un altro aspetto importante è la concentrazione dei metalli pesanti, in particolare il mercurio. Anche in questo caso le analisi sulle varie marche sono state positive: tutti i campioni rispettavano il limite di legge (1 mg/kg) per il mercurio, anche se alcune varianti mostravano concentrazioni leggermente più elevate (ad esempio il tonno Carrefour che aveva una concentrazione di circa 0,40 mg/kg).
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Buone notizie anche sul fronte Bisfenolo A (BPA). Le lattine di tonno, come molte altre conserve, sono rivestite internamente con un plastificante che potrebbe contenere Bisfenolo A, noto interferente endocrino.
Tuttavia, i risultati del test del Salvagente hanno dimostrato che nessuno dei 16 campioni conteneva una quantità rilevabile di BpA.
Risultato un po’ in contrasto con quanto evidenziato da un recente studio che invece aveva trovato bisfenolo A nel tonno (ma in questo caso si trattava di campioni di pesce fresco). Leggi anche: Non solo microplastiche: anche il bisfenolo A contamina tonno e pesce spada (che poi finiscono sulle nostre tavole)
Qualche pecca del tonno è stata comunque individuata dal test. In particolare Il Salvagente segnala una scarsa qualità dell’etichettatura.
Sebbene non sia obbligatorio indicare la zona di origine Fao, la maggior parte dei campioni includeva queste informazioni. Tutti i marchi riportavano poi la specie di tonno, ma la trasparenza sul metodo di pesca era limitata.
Inoltre, la quantità di sale utilizzata per conferire sapore al tonno variava notevolmente tra i campioni, con valori che raggiungevano fino a 1,5 grammi per etto di prodotto (Carrefour).
In merito alla qualità dell’olio utilizzato, questa era generalmente buona, con la stragrande maggioranza dei marchi che impiegano olio d’oliva di qualità.
Un punto debole invece è la struttura del trancio, importante indicatore della qualità del prodotto. Campioni con una struttura compatta e carne ben visibile hanno ottenuto un punteggio migliore, mentre quelli completamente sbriciolati hanno raggiunto punteggi più bassi.
In conclusione, possiamo dire che dal test emerge che la sicurezza alimentare del tonno in scatola è generalmente garantita, alcune carenze sono state invece segnalate nell’etichettatura e nella qualità del prodotto. Noi comunque continuiamo a consigliarvi, quando possibile, di evitare tonno in scatola.
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Se volete conoscere i risultati completi del test, fate riferimento al numero di ottobre del Salvagente.
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Fonte: Il Salvagente
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