Un nuovo test mostra che alcune tinte per capelli su base vegetale contengono in realtà anche ingredienti controversi e potenzialmente dannosi
Molte persone al posto delle tradizionali tinture per capelli chimiche scelgono di affidarsi ad alternative più naturali realizzate con ingredienti vegetali. Ma questi prodotti sono davvero più “puliti” in quanto a formulazione? Per scoprirlo un nuovo test ha confrontato 12 tinture naturali “da banco”.
Soprattutto durante la pandemia, c’è chi ha iniziato a colorare i propri capelli in modo autonomo a casa, magari scegliendo di affidarsi a tinture realizzate su base vegetale e con ingredienti naturali. Non stupisce dunque che in commercio, anche per quanto riguarda le alternative alle più classiche tinture chimiche, vi sia l’imbarazzo della scelta.
Queste tinture definite spesso “naturali” e considerate tali sono (o dovrebbero essere) esclusivamente a base di erbe e dunque realizzate con foglie, fiori o radici macinate di diverse piante con effetto colorante. Si trovano con facilità al supermercato così come nelle farmacie o erboristerie ma questi prodotti sono davvero realizzati esclusivamente con ingredienti vegetali e privi di sostanze controverse?
Non sempre, come ha dimostrato il test, in alcuni casi le tinture per capelli “alternative” si servono di ingredienti che non si possono certo considerare naturali e innocui.
I risultati
Partiamo dalla buona notizia: 7 tinture per capelli vengono consigliate dal test avendo ottenuto un punteggio “molto buono”.
Sono 5 però i prodotti per capelli considerati “insoddisfacenti” e per questo sconsigliati. Il problema di queste tinture è che contengono, oltre ad ingredienti naturali di origine vegetale, anche sostanze potenzialmente allergizzanti e irritanti per la pelle.
Alcune tinture per capelli alternative non sono dunque puramente vegetali, il test fa l’esempio dei prodotti che al loro interno contengono ammine aromatiche, che appartengono ai precursori di coloranti sintetici. Alcune di queste sostanze sono classificate come allergeni da contatto forti o addirittura estremamente forti dal Comitato consultivo per la sicurezza dei consumatori (SCCS) dell’Ue.
Una volta che tali sostanze hanno innescato un’allergia da contatto con arrossamento doloroso, gonfiore e prurito, l’allergia durerà per tutta la vita. Ad ogni ulteriore contatto con queste sostanze, la pelle reagisce nuovamente.
Nel test, sono state rilevate ammine aromatiche in un totale 5 di prodotti e, sottolineano gli esperti tedeschi, di solito questi contengono un intero cocktail di diversi rappresentanti di tale gruppo di sostanze.
Oltre alle ammine aromatiche sono stati individuati anche altri ingredienti problematici ben noti nei cosmetici:
- Composti alogeni organici (AOX): molti rappresentanti di questo gruppo di sostanze, ad esempio il 4-cloresorcinolo, sono considerati allergenici e alcuni sono cancerogeni.
- Composti PEG: sono sostanze che possono rendere il cuoio capelluto più permeabile alle sostanze estranee.
- Fragranze problematiche: in due tinte è contestata la presenza di fragranze di muschio artificiale che si accumulano nel tessuto adiposo umano ed entrano nell’ambiente attraverso le acque reflue.
- Polimeri sintetici: possono essere rilasciati nell’ambiente attraverso le acque reflue e i danni che possono fare non sono ancora ben noti.
Le tinture migliori e peggiori
Tra i prodotti migliori troviamo Garnier Color Herbalia, due tinte vegetali a marchio Logona, la tinta vegetale Ayluna, l’henné Sitarama, il Radico Color Me Organic 100% e l’henné Terra Naturi.
Tra i prodotti considerati insoddisfacenti vi sono invece Biokap, Naturtint e Sanotint.
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Fonte: Ökotest
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