Gli stampi in silicone e le teglie in teflon per dolci sono davvero sicuri? La rivista francese 60Millions ne ha analizzati alcuni scoprendo che in molti casi vengono rilasciate sostanze indesiderate
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Gli stampi in silicone e le teglie in teflon per dolci sono davvero sicuri? La rivista francese 60Millions ne ha analizzati alcuni scoprendo che in molti casi vengono rilasciate sostanze indesiderate.
Diffusi e utilizzati sia dagli appassionati di pasticceria sia da chi si diletta a cucinare un dolce per la famiglia, gli stampi in silicone e le teglie in politetrafluoroetilene (PTFE) o teflon sotto l’effetto del calore e dell’usura liberano sostanze che possono letteralmente inquinare il cibo.
Anche se per alcuni componenti sono stati definiti limiti regolamentari, essi però non riescono a stare al passo con l’evoluzione delle tecnologie. Tutti i “materiali e articoli destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari” sono disciplinati da un regolamento europeo unico del 2004. Eppure i test condotti dalla rivista francese non sono rassicuranti.
Tra i prodotti esaminati, anche se alcuni appartengono a marchi francesi, altri sono diffusi anche in Italia tra cui gli stampi in silicone Ikea, Carrefour, Gifi e Tefal. Lo stesso vale per le teglie. Tra quelle analizzate troviamo: Ikea, Mastrad, Tefal e Gifi.
I test svolti
Sono stati effettuati test sulla migrazione dei materiali indesiderati su 9 teglie di silicone e altri su 9 teglie in telfon. Gli stampi in silicone, tenendo conto della normativa in vigore, sono state sottoposti a una serie di analisi: contenuto libero di composti organici volatili ≤ 0,5% per quattro ore a 200 ° C, contenuto di perossido, migrazione globale (in acido acetico, etanolo e un’alternativa di olio d’oliva – etanolo e isoottano), migrazione di organostannici e metalli indesiderati.
Per gli stampi in teflon, i test hanno misurato acidi organici perfluorurati, migrazione totale in acido acetico al 3%, migrazione totale in olio d’oliva, rilascio di metalli per i nuovi stampi e per quelli usurati e graffiati.
I bocciati
Come mostra la tabella di seguito, tra i 9 stampi in silicone, 2 non hanno superato i test: il costoso De Buyer e uno stampo Zodio entrambi bocciati per via della migrazione di sostanze se a contatto con i grassi.
Altrettante teglie, 2 su 9, non hanno superato i test: la Tefal e la Bake me a causa della migrazione di sostanze indesiderate a contatto con un alimento acido.
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Gli stampi in silicone
Per quanto riguarda gli stampi in silicone, i test hanno mostrato che alcune sostanze indesiderate possono migrare in quantità a volte significative. E non si tratta necessariamente degli stampi più economici. Il De Buyer – il più costoso del test – è risultato al di fuori dei limiti regolamentari. Uno stampo, pur essendo conforme alle leggi, può anche rilasciare composti organici volatili ossia impurità legate alla produzione del silicone stesso: alcune di queste sostanze sono potenzialmente tossiche.
Una delle buone notizie emerse dal test è che nessuno dei 21 metalli (alluminio, arsenico, cadmio, cobalto, piombo, mercurio, ecc.) che avrebbero potuto contaminare questi prodotti sono stati trovati, né perossidi o stagno, composti talvolta usati durante la fabbricazione del silicone.
Teglie in teflon nuove…
Per quanto riguarda le teglie rivestite di teflon, i test hanno mostrato che in 7 prodotti su 9 non vi era stata alcuna migrazione significativa, indipendentemente dal numero di usi e dal prezzo.
“Moules Bake me e Tefal sono state la grande delusione: l’una e l’altra non hanno supportato i test effettuati nell’acido acetico (in altre parole l’aceto). Per essere chiari, li abbiamo sottoposti a condizioni di acidità normale: prima con una passata di pomodoro acidificata e poi, per essere ancora più vicini alla realtà, con una miscela di pomodoro, riso e sale. Il risultato dei test: in entrambe le situazioni, gli stampi Bake me e Tefal sono usciti degradati. Considerate queste scarse prestazioni e le potenziali conseguenze per la salute dei consumatori, li abbiamo declassati” si legge nell’analisi condotta dalla rivista.
… e usate
È stato valutato anche il rischio di contaminazione da metalli prima con stampi nuovi e poi con stampi usurati e graffiati in laboratorio per imitare un uso regolare di uno o due anni. I risultati, com’è facilmente intuibile sono stati peggiori con gli stampi usati. Su tutte le teglie, le analisi hanno rivelato 5 diversi metalli. Il primato negativo è andato a Bake me, con dieci volte più alluminio e il doppio di ferro e piombo rispetto ai valori normativi francesi. Nelle teglie Mastrad e Ardence, sono state trovate quantità eccessive di ferro e vanadio ma non è stata rilevata alcuna sostanza perfluorurata.
Risultati che non lasciano di certo tranquilli e che ci spingono a utilizzare altri materiali per i nostri dolci.
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Francesca Mancuso