Il succo d’arancia 100% è sempre più caro e si inizia a pensare di “allungarlo” con altri frutti

La crisi del succo d'arancia è sempre più nera e i produttori stanno pensando a delle alternative per arginare la situazione. Tra le possibilità c'è quella di "allungare" il succo con altri frutti

Ne abbiamo parlato già in un precedente articolo: i prezzi all’ingrosso del succo d’arancia hanno raggiunto livelli record e questo non può che ripercuotersi anche sul prezzo finale al consumatore.

Ma come stanno reagendo i produttori a questa situazione difficile? Si cercano alternative e una delle possibilità che stanno considerando è quella di “allungare” il succo di arancia utilizzando altri frutti.

Leggi anche: Prezzo del succo d’arancia alle stelle? Colpa dei cambiamenti climatici (e di una malattia degli agrumi)

La notizia arriva dalla principale nazione produttrice di arance al mondo: il Brasile. Qui, i coltivatori hanno annunciato un calo del 24% nella produzione rispetto all’anno precedente, superando le previsioni che erano del 15%. Questo declino è attribuito principalmente all’inverdimento degli agrumi, una malattia che ha colpito gli alberi dopo un periodo di caldo estremo, e alla siccità che si è verificata durante la fase cruciale di fioritura lo scorso anno.

La situazione in Brasile, unita a problemi simili registrati in Florida, negli Stati Uniti, ha portato l’industria globale del succo d’arancia ad affrontare una grossa crisi. Gli uragani e la malattia del rinverdimento hanno infatti devastato anche le coltivazioni in Florida, contribuendo ulteriormente alla scarsità di offerta sul mercato globale.

La International Fruit and Verdura Juice Association (IFU) ha definito la situazione attuale come una vera e propria crisi, sottolineando che questa è una situazione senza precedenti, anche confrontata con eventi climatici estremi del passato.

L’IFU ha fatto sapere che sta valutando la possibilità di esercitare pressioni per una riscrittura delle normative alimentari a livello delle Nazioni Unite in modo che il succo d’arancia possa contenere altri agrumi, oltre a perseguire modifiche alle regole a livello nazionale.

In risposta a questa emergenza, i produttori di bevande stanno dunque esplorando diverse opzioni. Una delle proposte è appunto quella di utilizzare succhi di qualità inferiore o di miscelare il succo d’arancia con altri frutti come mela, mango o uva.

Si sta pensando anche di utilizzare i mandarini nella produzione di succhi d’arancia (che a quel punto non sarebbero più al 100%). Tuttavia, a detta di alcuni, questa soluzione presenta sfide logistiche e finanziarie, poiché richiederebbe investimenti significativi nel trasporto del frutto alle strutture di lavorazione.

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Fonte: Guardian

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