Sull'orgine del miele non sempre le etichette sono precise e dettagliate e, in caso di miscele, si può trovare ad esempio la dicitura: "Ue ed extra Ue". Ora 19 Paesi, tra cui l'Italia, chiedono maggiore trasparenza
Chi ci segue da tempo sa quanto sia importante leggere con attenzione le etichette dei prodotti alimentari (e non) che intendiamo acquistare. Solo così possiamo renderci conto davvero di cosa portiamo in tavola. Attenzione non solo agli ingredienti ma anche alla provenienza della materia prima, come nel caso del grano con cui è realizzata la pasta.
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Se pensiamo al miele, invece, oggi in etichetta troviamo l’origine del prodotto ma non sempre questa è espressa in maniera chiara e trasparente.
Cosa intendiamo? Le attuali normative prevedono che il miele debba riportare il Paese di origine se unico (ad esempio origine del miele: Italia), in caso invece di miscele si può evitare di specificare ogni singolo Paese e mettere un’indicazione come: “proveniente da Paesi Ue ed extra Ue”.
Così però non sappiamo da dove esattamente provenga quel miele. Ora proprio su tale indicazione poco chiara è stata presentata un’iniziativa dalla Slovenia, insieme ad altri Paesi Ue (19 in tutto, Italia compresa), che chiede di modificare la Direttiva Miele, introducendo etichette più dettagliate in quanto ad origine del prodotto.
In pratica, i ministri dell’agricoltura dell’Ue hanno chiesto alla Commissione europea di istituire l’obbligo di indicare in etichetta ogni Paese produttore del miele, dunque non più semplicemente “Ue, non Ue” ma scrivendo dettagliatamente: Italia, Ungheria, Cina, ecc.
E non è tutto. Per ogni Paese dovrà anche essere indicata la percentuale di miele utilizzata all’interno di quella miscela.
Può sembrare strano che a presentare la proposta come capofila vi sia la Slovenia ma, se conoscete questo Paese, saprete che qui esiste una forte e consolidata tradizione del miele.
Il problema è che, come avviene anche per il prodotto italiano, vi è una forte concorrenza (spesso sleale) da parte del miele Extra Ue, in particolare proveniente dalla Cina.
Se venisse approvata la nuova etichettatura del miele, non potremmo che ritenerci soddisfatti, sarebbe infatti un’importante arma in più nelle mani dei consumatori per scegliere con consapevolezza cosa acquistare e cosa invece lasciare sugli scaffali.
Fonte: Ministero delle Imprese e del Made in Italy
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