Quanto sono salutari le fettine di formaggio fuso che mettiamo nei toast o nelle piadine? Cerchiamo di capire di cosa sono fatte e quali rischi comportano per la nostra salute
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Con la loro praticità e il loro gusto invitante, le fettine di formaggio fuso che si trovano al banco frigo del supermercato rappresentano spesso l’ingrediente principale di un toast, di una piadina o di una cena veloce.
Si tratta di prodotti molto reclamizzati in spot televisivi e sui social, consigliati anche per i bambini e spacciati come valida fonte proteica. Ma è davvero così? Cerchiamo di capire qualcosa in più.
La storia delle fettine di formaggio fuso
Le fettine di formaggio fuso non sono altro che un prodotto ultra-processato, esito della lavorazione di formaggi che non possono più essere venduti come prodotti di prima scelta.
L’espressione “formaggio fuso” indica proprio questo: si tratta di una mescolanza di formaggi di varia natura, a cui vengono aggiunti altri ingredienti come aromi, correttori di acidità, sali di fusione.
Le prime nacquero nel secondo dopoguerra in seno all’azienda americana Kraft, che le produce ancora oggi e le esporta in tutto il mondo. Le originali, con marchio registrato, si chiamano “Sottilette”. Ma negli anni, molte brand di prodotti alimentari hanno messo a punto una propria ricetta e lanciato sul mercato le proprie fettine di formaggio fuso.
Si tratta, come abbiamo detto, di un prodotto molto pratico e versatile – e per questo scelto da tantissimi consumatori malgrado non sia proprio salutare: la possibilità di disporre di un alimento a base di formaggio sempre pronto nel frigo di casa, con cui preparare un panino o un toast, mette in ombra il fatto che si tratta di un prodotto ultra-processato di qualità non eccellente.
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Quali sono gli ingredienti delle fettine di formaggio?
Mettendo a confronto la lista degli ingredienti delle fettine di formaggio fuso proposte da diversi brand, abbiamo stilato una lista generica degli ingredienti:
- formaggi di varia natura, più o meno stagionato e in proporzioni variabili a seconda del marchio
- latte scremato concentrato
- burro
- proteine del latte
- sali di fusione: citrati di sodio (E331)
- sale
- correttore di acidità: acido lattico (E270).
Il formaggio
La lista degli ingredienti è relativamente breve, ma non priva di insidie. Innanzitutto, non è chiara quale sia la provenienza e la qualità del formaggio utilizzato nella produzione: come abbiamo detto, solitamente si tratta di formaggio non più utile per la vendita al consumatore che viene fuso e utilizzato per la produzione dell’impasto che darà origine alle fettine.
Il procedimento di “riciclo” di materie prime di qualità non eccelsa è analogo a quello che si utilizza nella produzione dei würstel, realizzati a partire da carne separata meccanicamente dalle carcasse a cui viene poi aggiunta una serie di ingredienti come conservanti, aromi e coloranti.
Il sale
C’è poi la questione del sale, presente in percentuali molto eccessive in questo come in altri prodotti industriali. Come si può leggere dalla tabella nutrizionale delle fettine di formaggio fuso, la concentrazione di sale supera i 3 grammi in 100 grammi di prodotto.
Si tratta di una quantità decisamente eccessiva: si pensi che stando alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in materia, il consumo di sale non dovrebbe superare i 5 grammi al giorno per un adulto senza patologie.
Possiamo immaginare che una persona non mangi ogni giorno 100 grammi di fettine di formaggio fuso (una fettina pesa circa 25 grammi), tuttavia una simile concentrazione di sale ci porta ad assumere molto più sale rispetto alla quantità consigliata.
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Gli additivi
Un ultimo rischio riguarda infine la presenza di additivi e altre sostanze chimiche nell’impasto. Questi prodotti industriali possono contenere fino a 13 additivi diversi fra conservanti, stabilizzanti e antiossidanti: essi sono indicati con sigle alfanumeriche che rendono poco chiaro al consumatore inesperto quale sia la loro natura.
Come abbiamo visto nella lista degli ingredienti, nella produzione delle fettine di formaggio fuso troviamo l’acido lattico, utilizzato nell’industria alimentare come antiossidante, acidificante o esaltatore di sapidità, e il citrato di sodio.
Quest’ultimo è un regolatore di acidità che troviamo in molti prodotti (anche nelle bibite), poiché previene anche l’imbrunimento degli alimenti e rafforza l’azione di altri antiossidanti. Il suo consumo, tuttavia, può causare reazioni allergiche nei soggetti allergici e danni ai denti (soprattutto nei bambini). Inoltre, può produrre pericolose micotossine negli alimenti in cui è contenuto.
Conclusioni
Le fettine di formaggio fuso sono allora un prodotto da demonizzare senza pietà? Ricordiamo che si tratta di prodotti che superano test di qualità e rigorosi controlli prima di arrivare nei supermercati: questo vuol dire che, nonostante la qualità non sia eccezionale, contengono prodotti e sostanze non classificate come “dannose” dalle autorità competenti.
Tuttavia, non possiamo ignorare il fatto che si tratta di prodotti ultra-processati realizzati a partire da materie prime di scarto e arricchiti con additivi chimici.
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