Sono un giornalista ambientale e ti spiego perché non dovresti più comprare formaggio di capra in inverno

Anche la produzione di formaggio di capra in Francia nasconde alcuni oscuri segreti. Li ha svelati nella sua trasmissione, “Sur le front”, il giornalista ambientale Hugo Clément

Hugo Clément, noto giornalista francese e attivista ambientale, ha recentemente affrontato una questione delicata nella sua trasmissione “Sur le front”, evidenziando i lati oscuri della produzione intensiva di formaggio in Francia, in particolare di formaggio di capra.

Secondo quanto emerso dal programma, la produzione fuori stagione di formaggio fresco di capra sta compromettendo l’autenticità e la sostenibilità di questo prodotto. Un problema che riguarda in particolare la Francia, non sappiamo infatti se le stesse pratiche denunciate nella trasmissione siano adottate anche in Italia (ci auguriamo vivamente di no!).

Ma cosa ha svelato l’indagine di Clément? Tradizionalmente, le capre non producono latte in inverno, poiché generalmente partoriscono intorno a marzo. Tuttavia, trovare formaggio di capra fresco sulle bancarelle in pieno inverno è diventato sempre più comune in Francia.

Questo fenomeno, apparentemente innocuo, nasconde in realtà pratiche decisamente non etiche. Gli allevatori, per soddisfare la domanda di mercato e aumentare la produttività, ricorrono a tecniche come l’uso di luci al neon per imitare la luce solare estiva e l’impiego di ormoni per alterare il ciclo naturale delle capre (in Italia vietato, come ci ha spiegato un allevatore).

Queste tecniche di “destagionalizzazione” non solo forzano le capre a produrre latte fuori dal loro normale ciclo biologico, ma hanno anche un grosso peso sull’ambiente.

Nel corso della trasmissione, Clément ha mostrato come gli allevamenti di capre siano spesso confinati in magazzini illuminati artificialmente per simulare l’ambiente estivo. Questa pratica, seppur efficace nel mantenere la produzione di latte durante tutto l’anno, ha un costo elevato in termini di benessere animale ma anche ovviamente un impatto ambientale non trascurabile. Inoltre, l’utilizzo di ormoni per forzare la produzione di latte rappresenta un ulteriore elemento di preoccupazione emerso dall’inchiesta.

Fortunatamente, non tutti i produttori seguono questa strada. Alcuni scelgono di rispettare la stagionalità naturale dei formaggi, rifiutandosi di vendere formaggio di capra fuori stagione. Questo approccio, sebbene meno redditizio nel breve termine, contribuisce a preservare la qualità e l’autenticità dei prodotti caseari, promuovendo al contempo pratiche di allevamento più etiche e sostenibili.

Il caso del formaggio di capra in inverno è emblematico di una tendenza più ampia verso l’industrializzazione della produzione alimentare. Come consumatori, è importante essere consapevoli delle stagionalità dei prodotti e delle implicazioni delle nostre scelte alimentari.

Scegliere formaggi prodotti il più possibile in modo etico e rispettoso non solo sostiene i piccoli produttori locali, ma contribuisce anche a un sistema alimentare più sostenibile.

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