Fra i prodotti vittime dello shrinkflation, secondo l'indagine di "Altroconsumo", c'è anche la nota crema spalmabile di Rigoni di Asiago, che ha visto tutte le sue confezioni rimpicciolite
Sempre più consumatori si trovano ad affrontare una nuova realtà durante la spesa: le confezioni di pasta, biscotti, yogurt e detersivi sono diventate più piccole e contengono meno prodotto rispetto al passato – a fronte di un costo uguale o addirittura maggiore.
Questo fenomeno dilagante è noto come “shrinkflation“. Il termine deriva dall’unione dei vocaboli inglesi “shrink” (restringere) e “inflation” (inflazione).
Si tratta di una strategia di vendita subdola utilizzata per mantenere inalterato il prezzo di un prodotto nonostante l’inflazione e gli aumenti dei costi di produzione: in pratica, le confezioni si rimpiccioliscono e le quantità diminuiscono, in modo quasi impercettibile.
Anche se il nuovo peso del prodotto è indicato sulle confezioni, la riduzione non viene sempre resa esplicita, e questo fa sì che molti consumatori non se ne accorgano.
La riduzione di peso per confezione è spesso minima (al massimo poche decine di grammi) ma, moltiplicata su larga scala, rappresenta un risparmio significativo per le aziende produttrici.
L’associazione dei consumatori Altroconsumo ha condotto un’indagine nei supermercati, alla ricerca dei prodotti (alimentari e igienici) “vittime” dello shrinkflation.
Il risultato? Moltissimi prodotti di uso comune – come saponi, yogurt, patatine, birre, detergenti per piatti – hanno subito una riduzione nella confezione e un conseguente aumento del prezzo per il consumatore, che si trova a comprare meno spendendo di più.
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Il caso della nocciolata Rigoni
Fra i prodotti segnalati da Altroconsumo come esempi di shrinkflation troviamo la crema spalmabile Nocciolata “Rigoni di Asiago”. Tutta la linea di prodotti ha subito una riduzione delle confezioni:
- il vasetto da piccolo 270 grammi è passato a 250 grammi (20 grammi in meno)
- il vasetto medio da 350 grammi è passato a 325 grammi (25 grammi in meno)
- il vasetto grande da 700 grammi è passato a 650 grammi (50 grammi in meno.
Segnaliamo, di riflesso, anche l’aumento del prezzo del prodotto al chilo, che va da un +11% per il formato grande a un +38% per il formato piccolo.
I consigli per non cadere nella trappola
Lo shrinkflation, lo ricordiamo è una pratica sì subdola, ma del tutto legale: le aziende possono in ogni momento ridurre le loro confezioni indicando il nuovo peso del prodotto sull’etichetta (cosa che avviene in tutti i casi presi in esame da Altroconsumo).
Sta a noi consumatori essere molto attenti quando si va a fare la spesa se vogliamo evitare di cadere nella trappola dello shrinkflation. Ecco qualche consiglio utile:
- Confronta il prezzo al grammo o al chilo. Piuttosto che guardare solo il prezzo totale del prodotto, confrontiamo il prezzo al grammo o al chilo: questo ci permette di valutare meglio il rapporto tra prezzo e quantità effettiva del prodotto – anche se la confezione cambia.
- Controlla le promozioni. Non sempre le promozioni e le offerte sono così vantaggiose come sembrano: a volte, le confezioni più grandi o le offerte multipack non riflettono in realtà un prezzo più vantaggioso.
- Ricorda i prezzi precedenti. Se acquistiamo regolarmente un prodotto, ricordiamo quanto costava in passato: se notiamo un aumento del prezzo senza un aumento proporzionale della quantità, potrebbe esserci stato un caso di shrinkflation.
- Leggi le etichette. Controlliamo sempre le etichette dei prodotti per capire meglio le dimensioni della confezione e la quantità effettiva del prodotto acquistato.
- Acquista sfuso quando possibile. Se è possibile, acquistiamo prodotti sfusi come frutta, verdura, carne e formaggio: in questo modo, potremo avere un maggiore controllo sulla quantità che acquistiamo.
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Fonte: Altroconsumo
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