Gli shampoo per capelli colorati sono spesso pieni di tensioattivi e siliconi. Tra i migliori Lavera tra i peggiori Pantene
Gli shampoo per i capelli colorati dovrebbero garantire che il nuovo colore sia valorizzato e duri a lungo. Ma è davvero così? E cosa contengono nella loro composizione questi prodotti? Per scoprirlo Öko-Test ne ha confrontati 20.
A chi tinge i propri capelli viene spesso consigliato poi di lavarli con un shampoo specifico, in modo che i pigmenti colorati sintetici durino il più a lungo possibile. Si tratta di prodotti che promettono di ritardare la perdita di colore e persino di riparare i danni causati dalla colorazione.
Ma, un po’ come avviene anche per gli shampoo tradizionali, c’è il rischio che all’interno della loro formulazione vi siano sostanze controverse e potenzialmente dannose per la cute e l’ambiente.
La rivista tedesca Öko-Test ha voluto capire se questi prodotti funzionano davvero e ha analizzato e confrontato la loro formulazione a caccia di alcuni ingredienti.
I risultati
Solo 3 shampoo vengono consigliati con “molto buono” dagli esperti della rivista. I prodotti bocciati dal test sono invece 5.
Le sostanze trovate nelle formulazioni e che hanno penalizzato alcuni shampoo sono le seguenti:
- composti PEG (tensioattivi)
- fragranze discutibili
- siliconi
- filtro UV etilesil metossicinnamato
Gli esperti di Öko-Test sostengono che alcuni produttori fanno affidamento su tensioattivi che non fanno bene al cuoio capelluto. Queste sostanze sono responsabili dell’effetto detergente di uno shampoo e, come regola generale, più sono delicati e più sono piacevoli sul cuoio capelluto e meno colore si lava via.
Il test mostra invece che la maggior parte degli shampoo per capelli colorati utilizza il tensioattivo anionico Sodium Laureth Sulfate (SLES). SLES è uno dei composti PEG criticati perché possono rendere la pelle più permeabile alle sostanze estranee.
Alcuni shampoo contengono poi siliconi controversi. Queste sostanze ricoprono i capelli con un film sottile e li rendono più lisci ma, utilizzati a lungo termine, possono danneggiarli e persino far sembrare la nostra chioma più opaca. Inoltre, come altri polimeri sintetici, possono entrare nell’ambiente attraverso le acque reflue e sono difficili da degradare.
Contestata anche la presenza di fragranze sintetiche che forniscono profumazioni ai prodotti: in primis il muschio artificiale utilizzato in alcuni shampoo. Queste fragranze sintetiche si diffondono ovunque nell’ambiente, si accumulano nel tessuto adiposo umano e si possono trovare anche nel latte materno.
Trovato anche un Filtro UV discutibile. Si tratta dell’etilesil metossicinnamato che viene utilizzato in alcune composizioni per fare in modo che i capelli appena tinti non vengano sbiaditi dal sole. Questa sostanza può potenzialmente influenzare il sistema endocrino.
Ma non è tutto. A fronte di queste composizioni non proprio impeccabili, Öko-Test afferma che non ci sono molte prove che questi shampoo funzionino davvero. Le promesse dei produttori, infatti, non sono supportate da test di efficacia condotti da laboratori indipendenti.
Solo in un caso il produttore ha fornito alla rivista uno studio come prova delle sue promesse pubblicitarie, tutti gli altri marchi hanno taciuto.
Gli shampoo migliori e peggiori
Considerando tutti i parametri è stata stilata una sorta di classifica degli shampoo per capelli colorati. Tra i migliori troviamo quello a marchio Lavera.
Mentre tra i peggiori lo shampoo Pantene. Giudicato “inadeguato” anche il prodotto L’Oreal. Strappano invece una sufficienza il Nivea Color e Fructis.
Fonte: Öko-Test
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