Se proprio devi mangiare kebab, devi sapere cosa c’è davvero dentro

In molti casi, dietro un panino con il kebab si nascondono scarti della produzione animale, additivi chimici e pessima qualità: vi spieghiamo cosa c'è (davvero) dentro il kebab e come riconoscere un prodotto di buona qualità

Sapete cosa c’è dentro il kebab ma, soprattutto, come viene prodotto?

La maggior parte delle persone che consuma questo piatto tipico turco non ha idea di come si prepari il kebab e neppure del tipo di carne presente nel proprio panino (manzo? pollo? tacchino? vitello?) – e ciononostante non rinuncia a questo appetibile alimento dal gusto orientale.

È evidente che si tratta di un alimento trasformato, che subisce molti processi industriali prima di finire nel nostro panino. Ma quali sono le materie prime di partenza e quali sono i processi che le portano a diventare kebab?

In questo articolo, vi spieghiamo cosa c’è dentro il kebab e vi forniremo qualche strategia utile per riconoscere un prodotto di buona qualità.

Leggi anche: Sai cosa c’è dentro il kebab?

Come si produce il kebab

In modo simile a ciò che avviene per i wurstel, anche la produzione del kebab inizia dalla lavorazione degli scarti della produzione di carne.

Il motivo dell’utilizzo degli scarti per la produzione di kebab è, ovviamente, di natura economica: una materia prima di così bassa qualità permette di abbattere i costi di produzione e massimizzare i guadagni.

Tutto ciò che viene scartato dalla produzione (ossa, lingua, grasso – ma anche occhi, cervello, unghie…) viene tritato meccanicamente e ridotto in poltiglia.

La poltiglia ottenuta viene arricchita con sale, spezie e additivi chimici (aromi, conservanti) per rendere il kebab appetibile e per permettere una lunga conservazione del prodotto.

Successivamente, si crea la classica forma del kebab attorno a un grande spiedo di acciaio. Il kebab ora è pronto per essere congelato e spedito ai ristoratori che lo utilizzeranno per la produzione dei panini al dettaglio.

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Non tutti i kebab sono uguali…

Quella che vi abbiamo raccontato è la filiera produttiva dei kebab di bassa qualità che, tuttavia, si trovano anche nel nostro Paese.

Si tratta, nella maggior parte dei casi, di aziende allocate all’estero da cui grossisti presenti in Italia importano il kebab per poi rivenderlo ai singoli ristoratori.

Ma esistono anche dei kebab di buona qualità che possiamo trovare in molti ristoranti e tavole calde e che possiamo consumare in modo più sereno. Ecco a cosa fare attenzione per compiete una scelta d’acquisto saggia.

Il prezzo

Il prezzo è il primo campanello d’allarme che ci dà indicazioni sulla qualità del prodotto:

  • un kebab estremamente economico (un panino che costa 3/4 euro) è chiaramente prodotto industrialmente a partire da scarti della lavorazione della carne, ricco di additivi e sostanze chimiche poco salutari
  • un kebab inserito in una fascia di prezzo medio-alta (8/10 euro per un panino) è un alimento di qualità migliore, prodotto a partire da carni selezionate.

La lista degli ingredienti

Il kebab è prodotto con un mix di carni, che solitamente sono di pollo e tacchino o di vitello e tacchino. Alla carne dovrebbero essere aggiunti pochissimi altri ingredienti – come sale, specie ed erbe aromatiche.

Nel nostro interesse in quanto consumatori sarebbe opportuno avere la possibilità di accedere alla lista completa degli ingredienti del kebab che abbiamo ordinato (possiamo leggerla se compriamo del kebab confezionato, magari al supermercato).

Se ci troviamo di fronte una lista di ingredienti lunghissima – in cui trovano spazio anche farine (amido di mais, fecola di patate, farina di riso…), aromi (zucchero, destrosio, sciroppo di glucosio…) e conservanti, addensanti e stabilizzanti – è chiaro che la materia prima è pessima e il kebab è di scarsa qualità.

La consistenza

Un kebab di buona qualità è prodotto a partire da pezzi interi di carne che, come vuole la tradizione turca, vengono infilzati uno dopo l’altro lungo uno spiedo.

È utile, quindi, anche osservare il kebab quando è ancora sullo spiedo. Se riusciamo a individuare i singoli pezzi di carne che lo compongono, ci troviamo di fronte a un buon prodotto.

Al contrario, se si tratta di una poltiglia in cui non è possibile distinguere i vari pezzi che la compongono, è evidente che si tratta di un kebab prodotto con carne processata e tritata a formare un blocco unico.

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