Scrub per il viso: niente più microplastiche ma ancora metalli pesanti, Sebamed tra i prodotti peggiori

Un nuovo test tedesco sugli scrub per il viso ha mostrato che, nonostante le microplastiche non siano più presenti in questi cosmetici, alcuni prodotti ancora contengono polimeri sintetici e sostanze nocive come i metalli pesanti

Per rendere più morbida e levigata la pelle del viso, spesso si ricorre all’acquisto di appositi scrub che permettono di eliminare la pelle morta, stimolando la circolazione sanguigna. Ma come sono e cosa contengono davvero questi prodotti che ormai si trovano anche al supermercato? Per scoprirlo gli esperti della rivista tedesca Öko-Test hanno condotto un’indagine su 36 scrub o peeling per il viso.

Questi prodotti contengono piccole particelle abrasive che in passato erano spesso di plastica, il recente divieto europeo di microplastiche nei cosmetici garantisce però l’assenza di queste sostanze (ora solo particelle vegetali o minerali forniscono l’abrasione necessaria).

Quindi ci siamo completamente liberati della plastica (almeno in questi prodotti)? Non proprio, il test ha scoperto che alcuni scrub contengono ancora polimeri sintetici difficili da degradare. Si tratta principalmente di acrilati, plastiche liquide classificate da Öko-Test come un problema ambientale perché alcune di esse sono difficili da smaltire nell’ambiente.

Come ricordano gli esperti tedeschi:

Ci vorrà ancora molto tempo prima che le particelle di plastica presenti nei cosmetici scompaiano dal mercato. Per quanto riguarda i cosmetici, il divieto si applica inizialmente solo alle particelle di glitter a base di plastica e alle perle di microplastica, come quelle utilizzate come particelle abrasive nei peeling. La maggior parte dei produttori ha comunque eliminato da tempo le perle di microplastica. Le microplastiche non saranno generalmente vietate nei prodotti cosmetici a risciacquo come gel doccia o shampoo fino all’ottobre 2027.

Tra l’altro, il divieto non si applica a tutti i polimeri sintetici utilizzati nei cosmetici. Alcuni composti sono esclusi a seconda della loro degradabilità e solubilità e non esiste un elenco vincolante. Se un composto polimerico sia classificato come microplastico va deciso di volta in volta, caso per caso.

Ma tornando al test, i campioni selezionati sono stati acquistati presso farmacie, supermercati, discount, rivenditori biologici o online con un range di prezzo davvero molto vario: si andava da 0,63 a 59,90 euro per 100 millilitri di prodotto. Si tratta soprattutto di referenze tipiche del mercato tedesco ma alcuni scrub sono presenti anche in Italia.

Le analisi di laboratorio sono andate alla ricerca all’interno degli scub di:

  • PEG e polimeri sintetici
  • formaldeide
  • composti organoalogenati
  • dietil ftalato
  • fragranze allergeniche
  • metalli pesanti

Negli imballaggi è stata verificata la presenza di:

  • PVC/PVDC/composti clorurati

I risultati

Partiamo subito dalla buona notizia: 19 prodotti hanno ottenuto il massimo dei voti e solo 3 scrub sono stati “bocciati” dal test.

Tra i prodotti migliori troviamo lo scrub di Lidl e quello di Lush ma “buono” ottengono anche i campioni analizzati dei marchi Nivea, Caudalie, Douglas e The Body Shop.

scrub migliori

scrub migliori 2

scrub buoni

Ma passiamo ora ai punti dolenti. I 3 prodotti peggiori del test sono risultati gli scrub:

  • Sebamed (non sappiamo se la referenza sia esattamente la stessa presente sul mercato italiano)
  • Cattier
  • Burt’s Bees

Il laboratorio di Öko-Test ha rilevato in questi prodotti la presenza di metalli pesanti come arsenico nello scrub Sebamed, unito anche al piombo in quello di Cattier. Secondo la legge, queste sostanze non possono essere presenti nei prodotti cosmetici, anche se sono tollerate in tracce tecnicamente inevitabili. Tuttavia, i livelli misurati nei peeling di Cattier e Sebamed superavano le linee guida stabilite dall’Ufficio federale per la tutela dei consumatori e la sicurezza alimentare (BVL).

Il test ha trovato poi in 6 prodotti (incluso Sebamed) composti PEG utilizzati come tensioattivi. Queste sostanze possono rendere la pelle più permeabile a sostanze estranee.

Ma la sorpresa più sconvolgente è stata il risultato del peeling di Burt’s Bees: gli esperti hanno misurato 200 mg/kg di formaldeide libera e scindibile, una sostanza cancerogena vietata nei cosmetici. Nonostante alcuni conservanti rilascino gradualmente formaldeide, non è dichiarato alcun conservante di questo tipo nel prodotto ed è ipotizzabile che la sostanza possa provenire dalla conservazione delle materie prime.

scrub peggiori

scrub peggiori 2

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Fonte: Öko-Test

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