Un nuovo test mostra che le salviette per bambini sono esenti da sostanze dannose ma rimangono comunque un prodotto inquinante per l'ambiente
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Chi ha neonati o bambini piccoli generalmente usa salviettine umidificate usa e getta quando c’è bisogno di fare una pulizia rapida o al momento del cambio del pannolino. Un nuovo test ha confrontato diverse marche per capire se al loro interno vi fossero ingredienti nocivi per la salute o problematici per l’ambiente.
Per pulire i bambini sarebbe meglio utilizzare l’acqua o un panno umido riutilizzabile ma, ad esempio quando siamo fuori casa, è pratico e comodo servirsi delle salviette umidificate. Non c’è dunque da meravigliarsi se questi prodotti usa e getta siano diventati da tempo un “must” da tenere sempre in borsa quando si esce con i propri figli.
Non vengono infatti utilizzate solo al momento del cambio del pannolino, ma anche per pulire mani, parti del viso o addirittura oggetti e vestiti sporchi.
Ma cosa c’è all’interno di questi prodotti? Sono davvero delicati e sicuri per i nostri bambini? Per capire questo la rivista tedesca Oko-Test ha messo a confronto 25 prodotti, tutte salviettine senza profumo.
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I risultati
Partiamo subito da una buona notizia: la maggior parte delle salviettine umidificate prese a campione nel test sono risultate “molto buone”. Infatti, rispetto a quanto accadeva prima (la rivista aveva già condotto un’analisi simile 3 anni fa), la maggior parte delle sostanze problematiche sono scomparse dalla composizione delle salviettine umidificate. Sembra dunque che, negli ultimi tempi, i produttori abbiano migliorato i loro prodotti.
Il test precedente, infatti, aveva evidenziato in diversi marchi la presenza di conservanti problematici, principalmente il composto PHMB, che ora invece non è più presente in nessun prodotto tra quelli testati.
Tuttavia, non tutte le salviettine per neonati sono risultate completamente prive di sostanze controverse. In un unico prodotto, le salviette Water Wipes 99,9% Acqua sono stati trovati i composti organoalogeni, un gruppo che comprende diverse migliaia di sostanze, alcune delle quali cancerogene, molte delle quali allergeniche e quasi tutte dannose per l’ambiente.
Nel caso delle salviettine umidificate, specifica Oko-test, i composti potrebbero essere gli avanzi dello sbiancamento del non tessuto. In alcuni processi, i produttori possono ancora utilizzare composti di cloro, il che potrebbe spiegare i residui.
Nonostante questo le salviette Water Wipes sono state valutate “soddisfacenti” insieme alle salviette Pampers Aqua Pure 99% d’Acqua. In ultima posizione, ma strappando comunque una sufficienza, troviamo un’altra referenza Pampers Sensitive.
Entrambe le salviette Pampers contenevano poi PEG, composti che, come ricorda la rivista, possono rendere la pelle più permeabile alle sostanze estranee.
Tutte le salviette avevano un’alta percentuale d’acqua, gli esperti si sono allora chiesti se questo potrebbe essere un maggior rischio per la formazione di germi. Infatti, teoricamente, più acqua c’è in un prodotto, più questo funge da terreno fertile per i microrganismi. Le salviette sono state dunque analizzate anche per determinare se fossero contaminate da germi pericolosi, ad esempio Escherichia coli. Fortunatamente questo sembra non essere un problema delle salviette: tutti i marchi sono risultati perfetti sotto tale aspetto.
Tra le salviette migliori vi segnaliamo quelle a marchio Hipp, Lupilu di Lidl e Naty.
L’impatto ambientale delle salviette
Buone notizie sul fronte della salute dei nostri bambini, dunque, ma qual è l’impatto ambientale delle salviette umidificate?
Il problema rimane, come sempre, quello dei rifiuti che si producono. Si tratta infatti di salviette usa e getta. Molti produttori stanno gradualmente passando alle alternative “biodegradabili” tuttavia, l’entità del vantaggio ecologico di tali prodotti è considerata controversa, specifica la rivista. Queste salviette, infatti, causano comunque problemi, ad esempio se i consumatori le smaltiscono gettandole nella toilette.
L’Agenzia Federale per l’Ambiente tedesco sottolinea poi il rischio che l’affermazione “biodegradabile” possa indurre i consumatori a smaltire le salviettine umidificate in modo ancora più imprudente, perché erroneamente presumono che questo non sia un grave problema per l’ambiente o il sistema fognario.
La British Marine Conservation Society, durante una delle sue campagne di raccolta rifiuti, ha trovato 19 salviettine umidificate in soli 100 metri di spiaggia. Sembra quindi che i consumatori non siano consapevoli del fatto che spesso le salviette sono realizzate con fibre sintetiche derivati dal petrolio e che quindi hanno bisogno di molto tempo per potersi decomporre.
È certamente una buona notizia che i produttori si stiano orientando verso il “biodegradabile” ma la scelta migliore rimane comunque quella di utilizzare acqua o un panno umido.
Aggiornamento 20/05, la replica di WaterWipes
La WaterWipes ci ha scritto per replicare i risultati di questo test. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato che:
“Poiché non siamo stati coinvolti durante la conduzione di OkoTest, abbiamo intrapreso una serie di test indipendenti e valutazioni di sicurezza. I nostri test indipendenti hanno identificato che i livelli di composti nelle nostre salviettine sono quasi inesistenti ed è ampiamente al di sotto dei limiti normativi dell’UE fissati sui prodotti cosmetici. Le nostre salviettine, che ora sono biodegradabili, non sono in alcun modo dannose per la pelle e siamo orgogliosi di ricevere la fiducia dei genitori e delle unità neonatali di tutto il mondo per prendersi cura della pelle più sensibile”
Fonte: Öko-Test
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