Nell'ultimo numero di Öko-Test, un'indagine shock sulle salsicce alla griglia vendute in Germania mostra - in tutta la sua crudezza - cosa c'è dietro la produzione di questo alimento
Code tagliate, maialini castrati, molti antibiotici e poco spazio: questa è la triste realtà in cui vivono i maiali chiusi negli allevamenti, prima di diventare le salsicce che poi portiamo in tavola.
In questo caso il test, che ha preso in esame 19 salsicce di maiale bollite per poi essere fatte alla griglia (di cui 9 biologiche), non ci interessa tanto per scoprire quali sono le marche migliori di questo prodotto, ma per “svelare” (o meglio ricordare ancora una volta) ciò che si nasconde dietro la loro produzione.
Quello che accade ogni giorno negli allevamenti intensivi di maiali è un argomento che ci sta molto a cuore e di cui abbiamo parlato più volte.
Il test è stato condotto valutando ogni referenza per ingredienti, gusto e benessere animale.
In merito agli ingredienti, gli esperti tedeschi hanno scoperto che la maggior parte delle salsicce sono contaminate da tracce di oli minerali (MOSH, per cui però non esistono limiti fissati dall’Ue, quindi non c’è nulla di illegale) e che contengono fosfati e troppo sale.
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Per valutare il benessere dei maiali, il test ha chiesto ad ogni produttore che tipo di vita fanno gli animali prima di diventare salsicce e come lavorano allevatori, macelli e fornitori. Quasi tutti hanno risposto ai questionari in modo dettagliato e hanno documentato la filiera in modo chiaro e comprensibile.
Cosa accade negli allevamenti di maiali
Al di là delle possibili contaminazioni con oli minerali, della presenza di fosfati e del troppo sale, il vero punto critico delle salsicce rimane il benessere animale che continua, nella maggior parte dei casi, ad essere ignorato.
Molti suini soffrono e come si legge su Öko-Test:
le condizioni di stabulazione degli animali spesso non sono adatte alla specie.
Le condizioni in cui sono costretti a vivere sono sconvolgenti: gli esperti tedeschi hanno scoperto che gli animali sono stipati nelle loro stalle, che lasciano solo quando devono raggiungere i macelli, si trovano in piedi su pavimenti a stecche e respirano i fumi di ammoniaca provenienti dai loro stessi escrementi. Inoltre, gli viene tagliata la coda, per evitare la morsicatura tra i suini, che può provocare poi problemi sanitari difficili da gestire.
Sono proprio le terribili condizioni di vita in cui vivono questi animali, che comprendono mancanza di spazio, stress e noia, a portare i maiali ad avere disturbi comportamentali, tra cui appunto la tendenza alla morsicatura della coda e da qui la “necessità” degli allevamenti intensivi di rimuoverla. Un pratica dolorosa che viene risparmiata ai maiali biologici che generalmente hanno anche più spazio vitale nelle stalle e accesso all’esterno.
Ma, sottolinea Öko-Test, anche la vita dei maiali biologici non è certo rosea. Negli allevamenti, i maschi vengono castrati per evitare che la carne abbia poi un sapore aspro. Vengono usati anche dei farmaci, in particolare vengono eseguite delle vaccinazioni contro alcune malattie che però, ricordano gli esperti tedeschi, potrebbero essere prevenute da migliori condizioni nelle stalle.
E non è ancora tutto, il test evidenzia che:
soia OGM nella mangiatoia e antibiotici sono ampiamente utilizzati.
Öko-Test ricorda che tutto questo è a norma di legge (e sarebbe davvero ora di cambiarle queste leggi).
Gli esperti tedeschi non possono che concludere:
Il nostro test della salsiccia alla griglia mostra che c’è ancora molto da fare sulla strada per il vero benessere degli animali.
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Fonte: Öko-Test
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