La piattaforma cinese di shopping spopola anche in Italia, ma che dire della sicurezza degli articoli che vende a prezzi ultra-ribassati? Ciò che emerso dal test condotto da Altroconsumo su giocattoli, gadget e cosmetici è tutt'altro che rassicurante...
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Nonostante sia stata lanciata soltanto un anno fa, Temu ha riscosso un successo planetario. Sulla piattaforma di e-commerce più gettonata del momento è possibile acquistare praticamente di tutto: dispositivi elettronici, vestiti, scarpe, giochi per bambini, accessori, oggetti per la casa e cosmetici. Praticamente una sorta di Amazon in salsa cinese. In poco tempo l’app (il cui nome sta per “Team Up, Price Down”) è stata scaricata da milioni di utenti, spopolando anche nel nostro Paese.
A far gola ai clienti non è soltanto l’offerta variegatissima, ma i suoi prezzi stracciati e i prodotti mostrati in base alle tendenze, in continuo aggiornamento. Dietro questi costi allettanti, però, si celano dei retroscena che non possono essere trascurati. Uno fra tutti è quello relativo alla sicurezza dei suoi prodotti. Che la qualità dei vari articoli venduti da Temu sia piuttosto bassa non sorprende, ma da un’analisi condotta dall’associazione Altroconsumo viene fuori un quadro allarmante.
In totale sono 28 i prodotti testati fra le categorie che potenzialmente presentano più problemi. Fra questi giocattoli per bambini, caschi (come quelli da utilizzare sui monopattini elettrici) e cosmetici. Scopriamo nel dettaglio i risultati.
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I risultati del test sui giocattoli per bambini e gadget vari
Altroconsumo ha preso in considerazione 15 oggetti, fra giocattoli, gadget e articoli da cancelleria, acquistati sulla piattaforma cinese di e-commerce e i risultati sono stati parecchio deludenti. In tutti i prodotti in questione è stata riscontrata una o più non conformità rispetto alle norme vigenti. Ciò significa che gli articoli messi in commercio sono fuori legge o non dovrebbero essere venduti sul mercato europeo. In diversi casi è stata poi constatata l’assenza della marcatura CE o la sua contraffazione.
Come chiarisce Altroconsumo, questo potrebbe già bastare per ritirarli dalla vendita. Inoltre, vari prodotti destinati ai più piccoli, fra cui un orsetto di peluche, e articoli di cancelleria presentano non soltanto problemi di marcatura e di etichettatura, ma anche non conformità gravi rispetto alle normative di sicurezza dei giocattoli (EN 71), fra cui la presenza di piccoli pezzi che potrebbero portare al soffocamento.
L’associazione ha poi segnalato l’assenza di istruzioni in italiano e la non corretta etichettatura di sicurezza, fattori che possono messere a rischio i consumatori. In particolare in un casco integrale da motocicletta e in uno “da veicolo elettrico” è stato notato che il laccetto sottogola non si chiude e le plastiche e le imbottiture si rivelano totalmente inadeguate come protezione in caso di urto, come previsto dalle norme ECE R22 e EN1078, requisiti minimi per la sicurezza.
Di seguito la scheda completa con la valutazione dei vari prodotti analizzati:
I risultato del test su 13 cosmetici
Fra gli articoli comprati su Temu e analizzati da Altroconsumo rientrano anche 13 cosmetici, più nel dettaglio creme, prodotti make-up e per la pulizia dei denti. E anche qui è venuto fuori uno scenario preoccupante, dato che in tutti i casi è stata riscontrata almeno una non conformità. Gran parte dei prodotti (ben 9 su 13) non riporta l’elenco degli ingredienti oppure lo riporta solo parzialmente. Oltre a non rispettare l’obbligo di legge, la mancanza di queste informazioni è grave in quanto i cosmetici potrebbero contenere sostanze vietate in Europa o, anche se non vietate, comunque pericolose per alcuni soggetti.
Ma non finisce qui. Durante il test sono emerse anche problematiche legate alla mancanza di numeri di lotto, dei contatti del produttore oppure alla presenza di istruzioni solo in inglese o comunque difficilmente leggibili a causa delle ridotte dimensioni dei caratteri. In generale regna una gran confusione sull’utilizzo del marchio CE che viene riportato in maniera non conforme (3 prodotti su 13), mentre solo un prodotto lo riporta in maniera corretta, ma comunque non sarebbe necessario. Nessuno dei 13 cosmetici in questione rispetta, infine, la normativa specifica italiana che prevede l’etichettatura ambientale per lo smaltimento degli imballaggi in vigore dall’inizio del 2023.
Di seguito il riepilogo con le valutazioni relative ai cosmetici:
Alla luce di questa grave situazione, Altroconsumo ha inviato una segnalazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per segnalare i problemi di sicurezza dei prodotti e chiedere maggiori controlli.
Temu nella bufera per i dati sottratti agli utenti
La scarsa qualità e i problemi di sicurezza dei prodotti messi in vendita da Temu non sono affatto le uniche ombre della popolare app. Di recente la piattaforma cinese ha fatto parlare di sé anche per un’altra questione molto seria, ovvero come tratta i dati dei suoi clienti. Sui social, in particolare su Tik Tok, l’app viene accusata di essere uno spyware capace di sottrare informazioni sensibili e accedere allo smartphone e alla posizione degli utenti. Il caso è stato sollevato da uno studio condotto dal team Grizzly Reports, che si occupa di fare indagni su società quotate in borsa.
“Sospettiamo fortemente che TEMU stia già o intenda vendere illegalmente dati rubati a clienti dei Paesi occidentali per sostenere un modello di business altrimenti destinato al fallimento” si legge nel loro dettagliato report, in cui vengono mostrate una serie di funzioni software “completamente inappropriate e pericolose” adoperate dall’app.
Su questo delicato punto bisognerà fare ulteriore chiarezza, ma anche l’associazione Altroconsumo ha segnato alcuni problemi di sicurezza. In fase di registrazione, infatti, il sistema non richiede all’utente di scegliere una password sicura: persino quella 1234 è stata accettata senza alcun problema.
Insomma, acquistare prodotti su Temu conviene da un punto di vista economico. Ma a che prezzo…?!
La replica dell’azienda TEMU
In seguito alla pubblicazione del nostro articolo, siamo stati contattati da Temu per una replica che riportiamo qui:
Abbiamo preso contatto con l’autore del rapporto di Altroconsumo e stiamo indagando sulle conclusioni del rapporto. Per quanto riguarda Grizzly Research, ho pensato che potrebbe essere interessata a sapere che si tratta di una società di vendita allo scoperto. Nel loro avviso legale, evidenziano quanto segue:
- THIS REPORT AND ALL STATEMENTS CONTAINED HEREIN ARE THE OPINIONS OF GRIZZLY RESEARCH LLC AND ARE NOT STATEMENTS OF FACT.
- Grizzly Research LLC makes no representation, express or implied, as to the accuracy, timeliness, or completeness of any such information or with regard to the results to be obtained from its use.
- As of the publication date of GRIZZLY RESEARCH LLC’S report, Certain GRIZZLY RESEARCH LLC AssOciated Persons (AS DEFINED HEREUNDER) (along with or through its members, partners, affiliates, employees, and/or consultants), clients, and investors, and/or their clients and investors have a short position in the securities of a Covered Issuer (and options, swaps, and other derivatives related to these securities), and therefore will realize significant gains in the event that the prices of a Covered Issuer’s securities decline.
Inoltre, includo il link ad un articolo di un avvocato italiano che ha esaminato la credibilità delle affermazioni fatte da Grizzly Research:
https://www.agendadigitale.eu/sicurezza/temu-e-uno-spyware-cosa-ce-di-vero-nelle-ipotesi-di-grizzly-research/
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Fonte: Altroconsumo
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