Prosciutti e altri salumi spacciati per DOP o privi di etichetta: maxi sequestro e pioggia di sanzioni in Emilia-Romagna

Operazione Barbecue Due in Emilia-Romagna: i carabinieri hanno sequestrato prosciutti e altri salumi privi di etichetta o con etichette false

Pioggia di sanzioni e sequestri di salsicce, cotechini, salami e prosciutti in Emilia-Romagna. Il valore di salumi sequestrati in questi giorni dai carabinieri del Comando per la Tutela Agroalimentare (nell’ambito dell’Operazione Barbecue Due) ammonta a circa 50mila euro, mentre le multe a oltre 17mila euro.

I prodotti messi in vendita nei vari salumifici erano, infatti, privi di etichetta relativa alla provenienza della carne suina utilizzata o ne riportavano una falsa. Tra questi anche note specialità DOP – o meglio spacciate come tali – come il “Prosciutto di Modena” e il “Prosciutto di Parma”. 

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I sequestri nei salumifici e prosciuttifici dell’Emilia-Romagna 

Sono in totale 333 i chili di “salsiccia di Napoli piccante”, pronta ad essere venduta, sequestrati dalle forze dell’ordine oltre a 160 kg di prodotti con etichette irregolari. 

A Modena, invece, sono state sequestrate: ben 1200 confezioni di confezioni di “Cotechino cotto”, per un totale di 600 kg; 132 confezioni di pasta ripiena “Cappello del prete cotto”, per complessivi 79 kg; 2.784 confezioni di salumi vari (salami, pancette, fiocchi, culate prosciutto, ciccioli ), per un totale di 3.280 kg. Inoltre, sono state sequestrate 15.000 etichette che riportavano la dicitura “Prosciutto di Modena DOP” e 93 kg di coppa di testa di Modena e Coppa di testa Bologna.

Controlli anche nei salumifici di Piacenza, dove i carabinieri hanno posto sotto sequestro sequestrati 285 kg di carne suina lavorata (salame spianata, salame ungherese e salame Milano).

In provincia di Parma, invece, sono state rilevate delle difformità relative alle denominazione di origine dei prodotti a base di carne suina lavorata. In un prosciuttificio della città sono stati rinvenuti dei tranci di prosciutto crudo generico sottovuoto, senza alcun contrassegno distintivo a fuoco, spacciati come “Prosciutto di Parma DOP”. Inoltre, la ditta acquirente lo utilizzava nella produzione di pasta ripiena ribadendo in maniera falsa l’utilizzo del prodotto a marchio di tutela.

Sequestrati in totale 23 tranci di prosciutto crudo, pari a 51 kg. Inoltre, è scattata la denuncia per tre persone, accusate di frode in commercio e contraffazione di denominazione di origine di prodotti agroalimentari.

Infine, a Pisa il titolare di un sito web aziendale che che pubblicizzava il salame “cacciatore” evocando i “Salami
italiani alla cacciatora DOP” è stato diffidato di effettuare le opportune modifiche sulla piattaforma. 

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Fonte: Comando Carabinieri Tutela Agroalimentare

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