Anche la produzione di patate è in crisi a causa dei cambiamenti climatici che hanno portato ad un aumento delle alluvioni nel nostro Paese. Ad aggravare la situazione ci si mettono anche alcuni parassiti. Le stime parlano di una possibile riduzione del raccolto del 25%
Sono tempi duri per l’agricoltura nel nostro Paese e anche per le patate, alle prese con diversi problemi in fase produttiva.
I nemici “invisibili” che devono affrontare i campi di patate si chiamano elateridi, noti come “vermi delle patate“. Questi insetti stanno diventando sempre più problematici per le coltivazioni e il presidente dell’Unapa (Unione Nazionale Associazioni dei Produttori di Patate), Augusto Di Silvio, ha dichiarato che l’anno scorso il raccolto nella zona di Bologna ha subito una perdita del 30% mentre quest’anno si prevedono perdite ancora più significative.
Tuttavia, questa è solo una delle minacce per i raccolti di patate. Le abbondanti piogge, in particolare nell’area della Romagna, una delle principali regioni produttrici di patate in Italia, hanno causato alluvioni, ritardi nelle semine e, di conseguenza, una possibile riduzione della qualità e quantità del raccolto.
I dati definitivi sulla campagna di raccolta in corso saranno disponibili solo a metà ottobre, ma Di Silvio prevede una perdita del 20-25% del raccolto, sebbene la qualità sembri comunque buona (anche se le dimensioni delle patate sono più piccole del consueto).
Ma non è ancora tutto. Le crescenti spese energetiche e del carburante stanno mettendo a dura prova gli agricoltori e, nonostante la domanda di patate sia rimasta stabile negli ultimi anni, l’aumento dei prezzi potrebbe non compensare le perdite dovute alla minaccia dei parassiti e alle condizioni climatiche avverse.
Ad agosto, secondo i dati NielsenIQ, il prezzo dei sacchetti di patate a peso fisso al supermercato è aumentato su base annua del 19%.
C’è poi un’ultima questione: il maltempo e i parassiti sono le principali minacce per la produzione di patate e i raccolti sono di conseguenza più scarsi. I consumi però non frenano e aumenta la dipendenza dall’estero.
Già nel 2022, la produzione di patate ha subito una flessione del 5% e, nel corso degli anni, l’Italia ha perso molte delle sue aree coltivate a patate. Di conseguenza, l’importazione è aumentata del 34%, rappresentando circa un terzo della domanda del mercato nazionale.
Considerando tutte le criticità, Di Silvio spiega che se i coltivatori rischiano di perdere il raccolto e l’investimento correlato, potrebbero optare per altre colture.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: Il Sole 24 ore
Leggi anche: