Ancora troppi pfas nell’abbigliamento sportivo: Quechua, Salomon e Columbia tra i peggiori del nuovo test

Un nuovo test francese ha rivelato la presenza diffusa di PFAS nell'abbigliamento sportivo. Nonostante alcune restrizioni, questi composti dannosi per l'ambiente e la salute umana sono ancora ampiamente utilizzati ed è evidente la necessità di normative più rigorose e di alternative più sicure

Un nuovo test condotto in Francia dall’associazione Que Choisir rivela dati preoccupanti riguardo alla presenza di PFAS (sostanze perfluorurate e polifluorurate) nell’abbigliamento sportivo ma anche in tovaglie antimacchia e agenti impermeabilizzanti.

Queste sostanze chimiche, note per la loro persistenza nell’ambiente e il possibile impatto sulla salute umana, sono state oggetto di attenzione crescente negli ultimi anni.

Dietro l’acronimo PFAS si nasconde in realtà una vasta categoria di composti chimici che includono il PFOA e il PFOS, già vietati dalle normative europee sugli inquinanti organici a causa della loro pericolosità. Tuttavia, questi composti continuano a essere presenti nell’ambiente e nei prodotti di uso comune.

E proprio la loro persistenza è un problema estremamente serio, in quanto i PFAS non si degradano facilmente e possono accumularsi nel suolo, nelle risorse idriche e persino negli oceani e nei ghiacciai, a migliaia di chilometri dai luoghi di produzione.

Tutto ciò è una grave minaccia, queste sostanze possono infatti entrare nella catena alimentare e i rischi per la salute umana sono molteplici e preoccupanti.

Diversi studi hanno suggerito che queste sostanze possono influenzare negativamente il sistema immunitario, aumentare i livelli di colesterolo, danneggiare il fegato, la fertilità e lo sviluppo fetale e persino favorire l’obesità e il diabete. Inoltre, alcuni PFAS agiscono come interferenti endocrini.

Il problema di fondo è che i PFAS si trovano praticamente ovunque e, dato che conferiscono agli oggetti un’efficacia antiaderente, antimacchia, impermeabilizzante e idrorepellente, si trovano spesso anche nell’abbigliamento sportivo.

Il test condotto da Que Choisir si è concentrato proprio su questa tipologia di abbigliamento e comprende:

  • giacche impermeabili
  • guanti e moffole da scii
  • pantaloni idrorepellenti

Gli esperti della rivista hanno inoltre testato alcuni spray impermeabilizzanti e tovaglie antimacchia.

Come si legge su Que Choisir:

Durante le prove sono state condotte due analisi. Una riguarda 100 PFAS identificabili e misurabili: quando la loro somma raggiunge i 250 ppb penalizziamo i prodotti. L’altro misura il fluoro totale e quando il suo contenuto supera i 50 mg/kg senza che siano stati rilevati PFAS, chiediamo ai produttori la sua origine.

I risultati

Nel caso delle giacche impermeabili, sono stati “bocciati” 3 modelli di altrettante marche, penalizzate in quanto contengono più di 250 ppb di PFAS o troppo fluoro.

Si tratta delle giacche:

  • Quechua (Decathlon) – 610 ppb
  • Salomon – 400 ppb
  • Millet – contiene almeno 20 volte più fluoro rispetto ad altri prodotti

Que Choisir fa sapere però che la Quechua di Decathlon sta lavorando per eliminare i PFAS dai suoi prodotti.

giacche impermeabili pfas test

@Que Choisir

Per quanto riguarda i guanti e le muffole da sci per bambini, alcuni marchi hanno mostrato contenuti di PFAS molto superiori ai limiti considerati accettabili. Tuttavia, esistono alternative senza PFAS, il che dimostra che è già possibile produrre in maniera più sicura.

Tra i prodotti peggiori vi è anche una referenza Rossignol.

guanti scii test pfas

@Que Choisir

Anche nel caso dei pantaloni idrorepellenti, alcune marche hanno mostrato concentrazioni elevate di queste sostanze chimiche.

Tra i prodotti peggiori c’è un modello della marca Columbia in cui sono stati trovati livelli molto alti di PFAS (980 ppb) e anche una quantità di fluoro troppo elevata.

pantaloni idrorepellenti

@Que Choisir

Non sono esenti dalla presenza di PFAS neppure gli spray impermeabilizzanti e le tovaglie antimacchia, alcune marche analizzate nel test (quasi tutte referenze tipiche francesi) contengono infatti quantità significative di queste sostanze chimiche.

Sembra dunque che siano necessarie restrizioni più severe sui PFAS, la normativa europea attuale è ancora insufficiente per affrontare adeguatamente la contaminazione dell’ambiente da parte di queste sostanze inquinanti e potenzialmente pericolose per la salute pubblica.

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Fonte: Que Choisir

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