Pasta e pesticidi: oltre la disinformazione, ecco tutta la verità sui test e le marche incriminate (e come leggere le etichette)

Si susseguono negli anni i test sulla pasta che hanno trovato, anche in marche italiane (o comunque presenti sul mercato italiano), tracce di glifosato. Importante però parlarne nel modo corretto e senza allarmismi

La pasta non manca mai sulle tavole degli italiani e oggi, in occasione del World Pasta Day, cerchiamo di fare il punto su una questione molto spinosa che riguarda questo alimento, ovvero la possibile presenza di tracce di pesticidi al suo interno.

Noi di greenMe siamo stati i primi a diffondere i test sulla pasta che, in alcuni casi, è risultata essere contaminata con glifosato, un controverso erbicida che è stato trovato, in piccolissime tracce, in determinati campioni.

Ne continuiamo a parlare, pubblicando regolarmente test sui prodotti in cui vengono trovati pesticidi (e non solo). Ma lungi da noi la volontà di fare allarmismo, così come però anche di sottovalutare la situazione, considerando che potremmo essere “vittime” del cosiddetto “effetto cocktail”.

Con questo termine si intende l’esposizione, attraverso la pasta (ma anche tanti altri prodotti che consumiamo) a diverse tipologie di pesticidi, il cui effetto in contemporanea sulla salute non è ancora ben chiaro.

Tornando ai test sulla pasta, vi abbiamo parlato del più recente condotto nell’aprile 2022 dalla rivista svizzera K-Tipp. Questo ha confermato come in alcune marche di pasta italiana (o comunque vendute in Italia) si trovino ancora tracce di glifosato (anche se – come sempre – entro i limiti di legge).

Leggi anche: Pasta al glifosato, un nuovo test conferma la presenza dell’erbicida in queste 4 marche vendute in Italia

Parlarne è fondamentale ma è importante anche farlo nel modo corretto. L’analisi svizzera aveva infatti puntato il dito in particolare su 4 marche, ma la situazione varia da test a test e nel corso degli anni.

I test sono attendibili (ma limitati nel tempo)

Sui test c’è da sottolineare che, a seconda dei casi, possono arrivare a conclusioni anche molto diverse.

Come mai? Bisogna considerare che si riferiscono a singoli campioni acquistati al supermercato in un determinato periodo e Paese (non sempre l’Italia). Inoltre, i parametri d’analisi a cui fanno riferimento non sono uguali in tutte le analisi e il più delle volte, quando vengono riscontrate tracce di pesticidi, queste sono ben al di sotto dei limiti di legge.

Cosa fondamentale, dunque, è prendere le informazioni che emergono dai test per quello che sono: indicazioni sì utili ma allo stesso tempo anche limitate, sia nel tempo che geograficamente (nel caso di test non italiani).

Il problema è che spesso alcuni giornali online ripropongono dei test ormai vecchi (parliamo di indagini condotte anche diversi anni fa) che, come potrete intuire, non sono più molto attendibili, dato che le composizioni dei prodotti potrebbero essere cambiate e anche per quanto riguarda la pasta la situazione, di anno in anno, tende a variare.

Inoltre, si servono di titoli allarmistici “acchiappa click” che parlano di pasta “avvelenata” o “piena di pesticidi” o ancora da “non acquistare mai”. Vi consigliamo dunque di diffidare di questo genere di notizie.

Come leggere le etichette della pasta

Fermo restando che non possiamo sapere, leggendo l’etichetta, se la pasta contiene o meno tracce di pesticidi, abbiamo la possibilità di optare per il biologico che ne garantisce l’assenza (anche se qualche traccia potrebbe comunque arrivare nel grano tramite migrazione da campi limitrofi in cui si usano pesticidi).

Ma a cosa dobbiamo fare attenzione in etichetta? L’avevamo chiesto in un precedente articolo al nutrizionista Flavio Pettirossi che ci aveva detto:

“Prestiamo attenzione in primo luogo agli ingredienti: dobbiamo ricercare la presenza di sola semola di grano duro, nessun altro ingrediente è necessario per produrre pasta! Guardiamo, poi, i valori nutrizionali, sempre riportati in etichetta. Importantissimo osservare il quantitativo di proteine, che in una pasta ottimale è dal 13,5% in su. L’attenta lettura dell’etichetta è importante anche per la pasta fresca: va ricercata la presenza di semola di grano duro alla quale, a volte, può essere sostituito anche il grano tenero. Di bassissima qualità, invece, la pasta prodotta con sfarinati di riso integrale! Per la pasta fresca all’uovo, dobbiamo avere una accortezza in più: accertiamoci che sia fatta con uova fresche di categoria A.”

Altre informazioni utili le trovate nel seguente articolo:

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