Olio extravergine d’oliva: più della metà di quelli venduti nei supermercati non lo sono davvero. La conferma in un nuovo test francese

Un nuovo test francese conferma quanto scoperto in Italia: molti oli extravergine d'oliva venduti al supermercato non lo sono davvero

Torniamo a parlare di olio extravergine di oliva che però, non sempre, si merita la qualifica riportata in etichetta. Stavolta a confrontare diversi prodotti è stata la rivista francese Que Choisir che ha analizzato 26 bottiglie.

Non è passato molto tempo (era aprile) da quando, la rivista Il Salvagente, ha effettuato un test sull’olio extravergine d’oliva nel nostro paese, individuando alcune bottiglie che in realtà non andavano classificate come tali ma solo come olio “vergine”.

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Stavolta un test analogo arriva dalla Francia ed è stato condotto dalla rivista Que Choisir che ha analizzato 26 oli extravergine d’oliva acquistati in supermercati e discount.

Prima di tutto una premessa è necessaria: per ottenere la qualifica di “extravergine”, un olio di oliva deve soddisfare determinati criteri fisico-chimici e organolettici. Inoltre deve superare la prova del panel test (obbligatoria dal 1991), una prova di assaggio fatta da professionisti accreditati, che ha l’obiettivo di valutare che l’olio non presenti difetti organolettici.  Se non soddisfa anche solo un criterio o all’assaggio viene individuata una nota negativa l’olio da “extravergine” viene declassato a “vergine”.

Quando acquistiamo un olio extravergine, dopo aver letto in etichetta che si tratta di un prodotto di questa qualità, ci sentiamo sicuri. Ma è davvero ciò che promette?

I risultati

La rivista scrive che, in base ai risultati del test, ben 16 oli non meritano la qualifica di “extravergine” e dovrebbero essere declassati a semplice “vergine”.

Una situazione che, almeno in Francia, sembra essere in netto peggioramento dato che precedenti test condotti negli scorsi anni avevano declassato meno oli (5 su 25 nel 2019, 6 su 15 nel 2017 e 8 su 28 nel 2015). Stavolta parliamo invece di oltre la metà delle bottiglie!

Que Choisir ricorda che:

Se il consumo di questi prodotti declassati non presenta un rischio per la salute, l’usurpazione della qualifica di “extra vergine” mina la credibilità di un’affermazione che dovrebbe garantire un prodotto di fascia alta.

E, aggiungiamo noi, perché un consumatore che sceglie di acquistare un olio extravergine d’oliva deve correre il rischio invece di trovarsi ad utilizzare un prodotto di fascia più bassa?

Ma tornando al test, la rivista francese ha chiesto spiegazioni ai marchi che non sono usciti bene e sono stati declassati. Tutti hanno affermato, con rapporti di analisi a supporto, che quando sono stati immessi sul mercato, questi prodotti erano effettivamente certificati come “extravergine”. 

Il problema potrebbe essere stato dunque dovuto a condizioni di stoccaggio o di trasporto delle bottiglie non  ideali.  Ma gli esperti segnalano anche un altro aspetto della questione, ovvero la corsa frenetica al ribasso che porta all’immissione sul mercato da parte di alcuni operatori di lotti di olio d’oliva che flirtano con limiti inferiori rispetto a quelli della loro categoria.

La rivista sottolinea anche che:

È vero che le nostre analisi riguardano solo un singolo lotto di ogni olio, non si può parlare di frode sistematica o intenzionale da parte dei marchi appuntati. Resta il fatto che, per i lotti incriminati, i prodotti testati non erano conformi! Gli sfortunati consumatori che li hanno acquistati sono stati quindi truffati. Non sono gli unici. 

La classifica degli oli extravergini

Al primo posto troviamo l’olio Auchan (con 16 punti), al secondo (con 15.9) lo Château Virant  e al terzo il Carrefour Bio (15,3).

olio migliore test Que Choisir

@Que Choisir

Punteggi buoni ottengono anche gli oli di marchi italiani Costa D’Oro (14,5) e Monini (13.4), anche se quest’ultimo a differenza del test de Il Salvagente non è primo in classifica ma conferma comunque il suo essere extravergine.

olio migliore test 2 Que Choisir

@Que Choisir

Simile invece il risultato sull’olio Carapelli che, anche Que Choisir, conferma  essere un olio “vergine” e dunque considerato tra i peggiori. Non si salva neppure la versione biologica, dunque anche il Carapelli bio non è davvero extravergine (almeno nel campione analizzato).

Declassato anche il Primadonna (di Lidl).

olio peggiori Que Choisir

oli peggiori 3 Que Choisir

@Que Choisir

Leggi tutti i nostri articoli sull’olio extravergine d’oliva.

Fonte: Que Choisir

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