Olio di sansa venduto come olio extravergine d’oliva: frodi scovate in metà dei prodotti analizzati dall’autorità francese

L'olio extravergine d'oliva è un prodotto d'eccellenza, amato in tutto il mondo ma proprio per questo anche particolarmente soggetto ad inganni e frodi. Una recente indagine francese ha scoperto che, quasi la metà degli oli campionati, non era conforme a quanto dichiarava

In Francia, la Direzione Generale per la Concorrenza, i Consumatori e la Prevenzione delle Frodi (DGCCRF) ha condotto un’indagine sull’olio extravergine di oliva. I risultati sono stati pubblicati il primo agosto, nonostante il campionamento e l’analisi degli oli siano stati effettuati nel 2020.

Come spiega la DGCCRF:

Di fronte al successo degli oli d’oliva sotto il segno della qualità, degli oli da agricoltura biologica e degli oli venduti in vendita assistita (che sono prodotti ad alto valore aggiunto), il rischio di frode è alto. Un rapporto del 2020 conferma che oli e grassi sono tra i prodotti più adulterati in Europa.

Evidente quindi quanto siano importanti i controlli che, come dicevamo, questa volta riguardano la Francia e si sono concentrati in particolare su:

  • qualità dell’olio d’oliva di oliva (categoria extra vergine, categoria vergine)
  • conformità dell’etichettatura
  • menzioni di valorizzazione
  • origine dei prodotti

Cosa ha scoperto l’autorità francese

Quasi la metà degli oli d’oliva campionati è stata dichiarata non conforme e più di un terzo dei 177 stabilimenti controllati presentava delle anomalie che riguardavano principalmente l’assenza o l’inadeguatezza delle indicazioni di etichettatura previste dalla normativa.

Sono stati individuati però anche casi di pratiche commerciali ingannevoli, tali da indurre in errore il consumatore. La DGCCRF cita come esempi l’olio di sansa di oliva venduto come olio extravergine di oliva o l’olio falsamente pubblicizzato come prodotto locale.

Per condurre l’indagine, sono stati prelevati 97 campioni così da poter verificare le affermazioni relative alla qualità dei prodotti. Dai risultati è emerso che ben il 48% era non conforme:

per caratteristiche organolettiche (caratteristiche, qualità o proprietà percepite dai sensi durante l’assaggio, come colore, olfatto o gusto)  insufficienti perché non rispondenti ai criteri per le loro categorie come definiti dalla normativa. Queste anomalie sono state talvolta associate a problemi di etichettatura. Sono state pronunciate misure di polizia amministrativa per consentire il declassamento degli oli d’oliva non idonei al consumo e il loro riutilizzo nell’industria non alimentare.

In alcuni casi, si è verificato quanto scoperto più volte da test anche in Italia, ovvero la presenza sul mercato di oli “vergini” classificati però come extravergine.

Al termine di questa indagine sull’olio sono state presentate 4 denunce penali, oltre a 18 ingiunzioni e 40 diffide. Del resto, truffe e frodi che riguardano l’olio extravergine sono state più volte individuate anche in Italia. Leggi anche: Truffa del falso olio extravergine d’oliva: scoperte decine di prodotti irregolari in tutta Italia

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Fonte: DGCCRF

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